Un’amicizia che apre al mondo. Giovanni Testori, nei 100 anni dalla nascita
Non svendete la vostra vita
Rimini, 20 agosto 2023 – «Quello che mi ha fatto dolcezza è questa offerta di sé dei volontari, la loro gioia: lavorano, e lo fanno per una testimonianza»: da un video del 1989 proiettato in sala, Giovanni Testori, del quale si celebra il centenario dalla nascita, porta in Sala Neri Generali-Cattolica la commozione del suo ricordo e della profonda specificità delle sue parole.
È affidata a Riccardo Bonacina l’apertura dell’incontro “Un’amicizia che apre al mondo. Giovanni Testori, nei 100 anni dalla nascita”. Un ricordo appassionato, quello che il giornalista, all’epoca studente universitario “fuori sede”, racconta, affidando a qualche appunto scritto la memoria perché non ceda alle emozioni.
«Don Giussani ci aveva abituato a due cose: al mattino dire sempre le preghiere e poi leggere una buona rassegna stampa», dice Bonacina, che precisa: «Gli articoli di Testori e di Pier Paolo Pasolini ci colpivano spesso. La mattina del 20 marzo 1978 Testori scrive un vibrante articolo sulla strage di via Fani sul Corriere della sera. Eravamo tra colleghi universitari e immediatamente abbiamo sentito il desiderio di andare a trovare questo scrittore che ci aveva così scossi con i suoi scritti. Decidemmo di andare da lui, a via Brera 8, nel suo studio».
È da quel “coraggio di osare” che nasce una amicizia tra quello scrittore “isolato” e quel gruppo di studenti universitari: «Per questo», spiega Bonacina, «dico sempre ai ragazzi di andare incontro alle persone e agli eventi che li compiscono e che hanno a che fare con la loro vita».
Ancora un ricordo: «Andai a trovare Testori nella sua stanzetta all’ospedale “San Raffaele”, poco prima che egli morisse. E lui mi raccontò che da bambino, insieme alla sua mamma, un giorno incontrò un uomo che era legato con una catena tra due carabinieri. Quell’uomo, incrociando il suo sguardo, disse qualcosa. E Testori ripeteva “Cosa posso fare io perché questa bocca che si è aperta sulla faccia di un uomo che veniva portato in prigione non morisse?”». Ecco, conclude il relatore, «per Testori la parola deve sempre avere a che fare con la vita. Mi chiedo spesso cosa direbbe oggi Giovanni se vedesse i bambini ucraini deportati, l’infanzia che cresce nei campi profughi o i 24mila morti nel Mediterraneo».
Anche Emilia Guarnieri, cofondatrice del Meeting per l’amicizia fra i popoli, parte dagli editoriali: «Ci aveva colpito trovare qualcuno che poneva la questione del senso in un momento in cui la cultura ideologizzata nemmeno metteva in conto che il cristianesimo potesse essere un fattore nella vita. Nel marzo ’78 mancavano due anni all’inizio del Meeting e quegli editoriali avevano a che fare con la gestazione del Meeting», sostiene.
Con lui niente era scontato e infatti arrivò anche il momento dell’incomprensione: «Leggendo i giornali qualcosa l’aveva disturbato, venni a saperlo e andai a trovarlo. Non ci siamo chiariti, abbiamo ritrovato il punto di tensione alla verità, e da lì siamo ripartiti, è partita una storia con Branciaroli e altri, storia che ha dato tantissimo al Meeting», ricorda Guarnieri.
Angela Demattè, drammaturga e attrice, interpreta dal vivo l’incipit de “La monaca di Monza”, dramma scritto da Testori, e afferma: «Questa monaca cerca l’amore in tutti i modi anche non leciti. Come faccio a stare al mondo con le mie contraddizioni, i miei dilemmi? Non lo so, ma posso metterli in gioco, che è quello che faceva Testori».
Davide Dall’Ombra, direttore dell’Associazione culturale Casa Testori, conclude: «Testori diceva ai giovani “Non svendete la vita, il pensiero, le parole, prendetevi tutte le libertà che solo il “sì” all’unico Mistero vi permette di prendervi. Il rapporto con Testori è stata un’amicizia senza dipendenza, un uomo che si è fatto padre di noi e figlio del nostro incontro».
(G.D.G.)