Rimini, mercoledì 19 agosto – Domande sulla musica ma non solo al Meeting, nel talk show “Una stagione da ricordare”, che ha visto Massimo Bernardini in collegamento e a confronto con Brunori SAS, vincitore della Targa Tenco 2020, e Malika Ayane, una delle voci femminili più colte e stimate dell’ultimo decennio. Collegati anche Michele Brambilla, direttore QN-Quotidiano Nazionale e il cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, amico personale e grande estimatore del cantautore bolognese, per un omaggio agli 80 anni di Francesco Guccini.
Il dialogo ha preso il via con la domanda relativa alla difficile situazione di crisi dovuta alla pandemia, che ha messo in crisi il mondo dello spettacolo. I due artisti hanno espresso al riguardo la loro preoccupazione dovuta ai tempi lunghi di questa emergenza sanitaria, manifestando quanto si sentano vicini a molti tecnici e lavoratori che si sono dovuti fermare, come i loro stessi programmi di tour e concerti. Un lavoro, hanno ricordato, che ha una valenza anche di carattere culturale.
«Due artisti popolari e colti come voi», ha chiesto Bernardini, «come si sentono provocati da una realtà “che entra senza chiedere permesso”»?
«Ho reagito dapprima con una sorta di felicità paradossale», ha detto Brunori, «facendo progetti. Ma la solitudine forzata mi ha fatto capire che il desiderio di solitudine è positivo solo quando attorno c’è una situazione di normalità». «All’inizio», ha aggiunto Malika, «era come sentirsi tutti capitani sulla tolda del Titanic. Per fortuna c’era il fioraio del quartiere che regalava fiori…».
La sera del 27 marzo, ha ricordato Bernardini, Papa Francesco solo in piazza San Pietro ha unito nella sua preghiera la voce di tutti, come invito a ritrovare le ragioni gli uni gli altri di un sostegno reciproco. Per Brunori era bello confortarsi, ricevere telefonate da varie parti d’Italia: «Penso che un po’ tutti ci siamo interrogati su cosa significasse rimanere da soli per un tempo così lungo». Malika con gli ascoltatori “storici” ha aperto una pagina blog di dialogo “Decameretta”, con cui sentirsi tutti meno soli: «Un modo per non perdere contatto prima di tutto con noi stessi».
Si sono poi aggiunte in collegamento la voce del cardinale Zuppi e del giornalista Brambilla.
«Tutti ci siamo accorti», ha detto Zuppi, «come sia aumentata in noi la consapevolezza che abbiamo bisogno gli uni degli altri, di come sentirsi collegati da uno schermo sia “un inganno”, perché l’esistere è fatto dalla carne, dal corpo, dai sensi».
Brunori e Malika, ha ricordato Bernardini, hanno fatto parte del gruppo di artisti che ha recentemente inciso l’album prodotto da Mauro Pagani “Note di viaggio”, dedicato a Francesco Guccini per i suoi 80 anni, scegliendo le canzoni “Vorrei” (Brunori) e “Canzone quasi d’amore” (Malika). Interpretazioni, ha osservato, che tornano a sottolineare la contemporaneità di Guccini, troppo a lungo rinchiuso dalla critica come una specie di reperto della canzone italiana degli anni ’60-’70 – ma Guccini andava molto oltre il ‘68, attento alle storie umane, anche nella stessa celebre “Locomotiva”.
Bernardini ha ricordato come recentemente don Julián Carrón abbia citato un verso da “Vorrei”, “non sono quando non ci sei”, chiedendosi “di chi” possiamo dire così nella vita, interpretandone quindi il concetto come “sono più io quando tu ci sei”, quando entro in rapporto con un “tu” persona.
Una canzone d’amore, ha domandato il conduttore ai suoi interlocutori, diventa una chiave di lettura del mondo?
«Esiste», ha risposto Zuppi, «quell’universalità di cui hanno parlato Dario e Malika, perché entrambi vogliono esprimere qualcosa di profondo, i sentimenti. Il sentire più profondo, quell’amore umano che è il più vicino ad esprimere l’amore per Dio, il rapporto con il Signore: “Io sono quando Tu sei”, ovvero imparare a rispondere all’amore con l’amore».