Rimini, giovedì 23 agosto – Questo pomeriggio, in Sala Neri UnipolSai, il cardinale Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, ha parlato della speranza che viene dalla Svezia. Ha introdotto l’ospite Davide Perillo, direttore di Tracce. L’incontro è iniziato con la proiezione del video della Commemorazione ecumenica congiunta, tenuta da Papa Francesco nella Cattedrale di Lund il 31 ottobre 2016 insieme al vescovo luterano Munib A. Younan.
Battezzato luterano, il cardinale racconta di aver visto il volto di Cristo in quello delle Suore Brigidine che la Provvidenza ha messo sul suo cammino; quindi si è fatto cattolico, poi carmelitano. Vescovo di Stoccolma è il primo cardinale di un Paese che, per centinaia di anni, ha messo al bando la Chiesa cattolica. Nella sua terra, il cardinale avverte evidenti segni di speranza, “la piccola sorella della carità e della fede”, come la definiva Peguy. “Nella notte oscura collettiva che può penetrare nel cuore dei cristiani – dice il cardinale – abbiamo bisogno della speranza per proseguire il pellegrinaggio in questo mondo. La speranza ci aiuta a vedere il nostro cammino in una prospettiva di eternità”.
“Quella di Svezia – continua – è una piccola chiesa, che tuttavia è testimone di speranza. Il fatto decisivo per la chiesa cattolica è l’apertura di questo stato all’immigrazione, nonostante il recente irrigidimento delle opportunità di ingresso. I migranti, in Svezia, sono infatti per la maggioranza cattolici (polacchi, ucraini, siriani, sudamericani). Questi infoltiscono il numero dei fedeli, portando una testimonianza di fede che attrae anche gli svedesi”.
Si assiste, quindi, ad un fenomeno singolare: anziché essere assimilati dal paese ospite, sono gli svedesi che si assimilano ai nuovi arrivati. Aumenta quindi il numero delle conversioni e di conseguenza quello dei fedeli e, con ciò, anche la necessità di chiese, che i luterani sono felici di vendere ai cattolici. Questo favorisce l’ecumenismo, a livello istituzionale, ma soprattutto personale: numerosi pastori luterani si convertono al cattolicesimo “e ci sono addirittura sei pastori cattolici sposati, che hanno ottenuto dal papa la dispensa dal celibato”: tutti questi sono segnali di speranza.
Ecco allora che che la migrazione (“ma non si può accogliere tutti – precisa il porporato – ma alcuni che hanno veramente bisogno”) diventa veicolo di ecumenismo e di speranza, anche in un paese secolarizzato.
Una preghiera, con l’uditorio tutto in piedi, ha chiuso l’incontro.