UN CANTIERE DELLA CULTURA LUNGO TUTTO L’ANNO: LE MOSTRE DEL MEETING

Press Meeting

Le diverse esperienze vissute nel “portare il Meeting a casa” il tema centrale dell’incontro svoltosi stamattina in Sala Mimosa B6, cui hanno partecipato Carmelo Simone, Amministratore Delegato di International Exhibition Service, Ermanno Benedetti, Associazione Rivela di Verona, Eolo Bullo, Responsabile dell’Associazione Il Fondaco di Chioggia, Enrico Valvo, Responsabile dell’Associazione Medicina & Persona di Siracusa, Andrea Zucchi, Presidente Spazio Service scarl di Piacenza e Alberto Savorana, Direttore di Tracce.
In apertura dell’incontro, Simone ha raccontato come la sua società, costituita sette anni fa per facilitare la diffusione delle mostre del Meeting, abbia fatto passi importanti, tanto da occuparsi anche della formazione delle guide, oltre che degli allestimenti o della redazione di mostre non presenti nei padiglioni della fiera riminese. L’obiettivo dell’incontro, ha concluso, prima di passare la parola ai relatori, è quello di condividere con tutti questo know-how.
“L’associazione cui appartengo”, ha detto invece Benetti, “è nata da un motivo molto semplice. Poiché durante le varie feste e sagre che si svolgono nel territorio della provincia di Verona e in quello di province limitrofe venivano proposte mostre, in molti amici è nato il desiderio di proporre la bellezza delle mostre visitate al Meeting”. Le difficoltà maggiori per una piccola realtà riguardavano però i costi di allestimento: da qui l’idea, mostratasi vincente, di coinvolgerne altre, in modo da allungare i tempi di esposizione e ottimizzare i costi. L’associazione Rivela al momento offre diversi servizi: formazione di guide, banco libri, ricerca di sponsor, oltre a un book in cui è illustrato tutto quanto occorre per la realizzazione dell’evento e un giornale (“Rivela”) in cui vengono raccontate le esperienze belle vissute nel proporre le mostre. Col tempo, guardando a tutti coloro che negli anni si sono coinvolti con le nostre iniziative, abbiamo percepito che le mostre sono uno strumento immediato per comunicare e testimoniare la bellezza che abbiamo incontrato.
Dal canto suo Bullo, presentando la sua associazione, ha tenuto a precisare che il desiderio più vero era quello di rivivere lo spirito del “Fondaco” (un deposito di merci e quindi un luogo di incontro e dialogo). Fin dalla prima mostra, realizzata nel 2004, sono stati coinvolti gli alunni delle scuole medie superiori della città, sia come visitatori che come guide, e col tempo è sempre sorprendente vedere i ragazzi contenti di guidare i loro coetanei. “Il nostro compito – ha concluso – è di essere non semplici ripetitori di quello che accade al Meeting, ma sempre più una presenza nella nostra città”
Sulla scia di Bullo, anche l’intervento di Valvo, che ha parlato dell’esperienza che normalmente vive in ambito sanitario a Siracusa. L’associazione Medicina & Persona di Siracusa fin dalla sua istituzione avvenuta quattro anni fa, “ha inteso svolgere un ruolo costruttivo rispetto alla realtà del lavoro ed essere strumento di valorizzazione delle risorse umane, delle intelligenze e delle professionalità esistenti”, in uno scenario in piena crisi. Determinante in questo, ha proseguito, è stata la compagnia offertaci da alcuni amici del direttivo nazionale dell’associazione, che ci hanno aiutato nell’organizzazione e nel giudizio di tutte le iniziative che abbiamo sviluppato, come la mostra su “San Giuseppe Moscati” e quella su “Il Bene e il Bello”, che per la scelta di allestirla presso il salone di ingresso del nostro ospedale è risultata essere un evento molto seguito e apprezzato da colleghi e visitatori. L’occasione più interessante però è stata la mostra “Curare e guarire – occhio artistico e occhio clinico”, in cui è stato da tutti percepita l’esistenza di un filo conduttore che sembra dire che di fronte alla drammaticità della condizione della malattia, l’uomo sa documentare la presenza di una positività: l’incontro medico-paziente, un fare compagnia all’essere sofferente. Quando una provocazione suscita interesse, tutto diventa più semplice, anche la ricerca di sponsor o la risoluzione di problemi logistici. Ultimamente, ha concluso Valvo, è risultato ancora evidente che l’incontro con persone significative offre una ragione più compiuta al gravoso compito di curare il malato e rende più ragionevole ed affascinante il nostro lavoro quotidiano.
Il motivo per cui si ripropongono le mostre del Meeting, ha detto invece Zucchi, riguarda essenzialmente il fatto che sono scientificamente ineccepibili e didatticamente valide. I valori che esse propongono in realtà aprono il dibattito, non lo chiudono. Il nostro team, ha proseguito, anche se nasce da esperienze di tipo commerciale è fortemente impegnato in quello che è definito il “marketing del no profit”. Il nostro compito è quello di offrire assistenza completa (prenotazione, offerta dei contenuti, materiale, documentazione, inaugurazione, ecc.) a quanti intendono partecipare ad un evento. Abbiamo col tempo sperimentato che il metodo più efficiente per proporre gli eventi è il “passaparola” rivolto ai responsabili di gruppi organizzati (insegnati).
Savorana, in chiusura dell’incontro, ha espresso il desiderio di far conoscere tutte queste realtà a quante più persone possibile, così da poter provocare un terremoto buono in una realtà che subisce il deficit dell’indifferenza rispetto al bello al vero e al giusto. Queste esperienze dilatano l’esperienza del Meeting in tutto il mondo. Savorana ha poi accostato le esperienze raccontate al lavoro che svolgevano i monaci benedettini, che col loro semplice ricopiare i testi hanno consegnato alla storia documenti che altrimenti sarebbero andati perduti per sempre. È un cantiere che cresce, ha continuato, e quell’inizio timido rende bello ed entusiasmante il lavoro di chi si assume la responsabilità di educare in un deserto di proposte. Questi tentativi, ha concluso, sono la possibilità del diffondersi di una nuova cultura.
G.F.I.
Rimini, 20 agosto 2007