“Imparate a lavorare in team. Sono finiti i tempi in cui l’azienda era costituita da un’insieme di singoli. La sempre crescente complessità dei problemi da risolvere richiede la partecipazione di più individui contemporaneamente.” Questo è il messaggio che i manager di oggi lasciano ai giovani che domani entreranno nel mondo produttivo. Ne hanno dato testimonianza due dirigenti affermati come Giovanni Bertolone e Giuseppe Orsi, amministratore delegato rispettivamente di Alenia Aeronautica e di Agusta Westland, nell’incontro informale del ciclo “Un caffè con…” svoltosi oggi nell’ambito del Meeting.
Il suggerimento, in realtà, è di Orsi. Bertolone, primo degli intervenuti, ha soprattutto raccontato i cambiamenti verificatisi nella sua azienda e nel suo lavoro: sopraggiunto un momento di crisi dovuto alle minori richieste da parte dei clienti storici, l’Aeronautica Militare e quella Civile italiana, l’azienda sembrava prossima al fallimento. Sono rimasti in pochi a credere nel progetto, e per rilanciarlo si è dovuto cambiare drasticamente il metodo di lavoro: le dimensioni dell’industria richiedevano un approccio di tipo economico-manageriale ad alcuni ambiti della gestione; la mentalità ingegneristica non era più adatta a risolvere tutti i problemi; bisognava trovare nuovi clienti, e per questo è stato necessario guardare all’estero, in un’epoca in cui ancora non si sapeva cosa fosse la globalizzazione; per poter competere in uno scenario più grande non bastavano più le proprie forze e ci si è alleati con grandi aziende. Alenia è così riuscita a superare la crisi, tanto da poter aprire un nuovo impianto in Italia. La morale è che nel nostro paese è ancora possibile (oltre che necessario) mantenere attività produttive, in particolare in settori ad elevato contenuto tecnologico: ci sono ancora cose che sappiamo fare solo noi.
Giuseppe Orsi è entrato nel gruppo Finmeccanica, di cui fa parte Agusta Westland, poco dopo essersi laureato in ingegneria. Ha cominciato dal livello più basso e ora è amministratore delegato. All’inizio del suo percorso non era così ambizioso, ma ciò che gli ha permesso di ottenere una brillante carriera sono state la passione per il proprio lavoro e la capacità di relazionarsi con i colleghi: il darwinismo sociale in azienda non paga.
La sfida che oggi si trova ad affrontare la sua società è quella di progettare gli elicotteri di un futuro neanche troppo vicino. Considerato l’elevato time to market del prodotto, 7-8 anni, e il suo ciclo di vita, mediamente 30 anni, è fondamentale allora la possibilità di avere a disposizione i migliori talenti, che siano anche dotati di una forte capacità di visione innovativa. “Bisogna avere i piedi nel presente (non dimenticare la redditività: ci sono molti azionisti e l’azienda è quotata in borsa) e la testa nel futuro per poter pensare oggi quelli che saranno gli sviluppi di domani”.
F.T.
Rimini, 21 Agosto 2007