Rimini, giovedì 23 agosto – Tornano al Meeting, un anno dopo, alcuni protagonisti della mostra “Nuove Generazioni”, ospitata durante la scorsa edizione tra i padiglioni della fiera e che ha avuto migliaia di visitatori. Tornano qui per raccontare cosa da qui è iniziato. Con la semplicità delle storie vere e profondamente umane riescono a far ballare e cantare le 800 persone che riempiono alle ore 17 la Sala Neri UnipolSai.
“Le nuove generazioni sono una realtà in continua crescita, che conta oltre un milione e mezzo di persone, a cui la mostra dà voce presentando il loro rapporto tra la cultura dei padri e la società italiana di cui vogliono essere protagonisti”: introduce così l’incontro Giorgio Paolucci, curatore della mostra, che quest’anno ha fatto il giro d’Italia, allestita in decine di scuole, centri culturali, pesi e città. Mentre il giornalista fa l’elenco dei numerosi appuntamenti che si sono susseguiti durante tutto quest’anno, scorrono sullo schermo le immagini che immortalano gli eventi raccontati.
Basta guardare le facce per capire che qualcosa di significativo è accaduto. “Vogliamo raccontarvi alcune esperienze che documentano la nascita di nuove amicizie, iniziative didattiche, dibattiti – prosegue Paolucci –. Ci siamo resi conto che è cresciuta la consapevolezza di una società in crescita arricchita dalla cultura dell’incontro”. La mostra non è stata presentata solo nelle scuole. Particolarmente significativi sono stati l’allestimento in uno spazio del passante ferroviario di Milano, presso la sede del Consiglio Regionale del Piemonte a Torino, e due iniziative a Bologna: una al Campus by night 2018 e l’altra promossa dall’associazione Incontri Esistenziali con la presenza dell’arcivescovo Zuppi. Ma la cosa più importante che Paolucci tiene a comunicare è che l’itinerare della mostra è stato occasione inaspettata di nuove e significative amicizie: una fra tutte con Valeria Khadija Collina, presente in sala.
Madre di uno degli autori dell’attentato al ponte di Londra del 3 giugno 2017, dopo aver condiviso con loro il grande dolore per la morte del figlio Youssuf, la donna sta costruendo con alcuni amici cristiani e mussulmani un percorso di dialogo e di amicizia e un lavoro educativo con i giovani. Brevemente ma in modo molto incisivo intervengono i testimoni di quest’avventura. Dialla Zaia Diarra, studente all’Istituto “Antonello” a Messina, originario del Mali, arrivato in Italia attraverso mille pericoli nello status di minore non accompagnato. È stato accolto e successivamente adottato da una famiglia italiana. Ha scoperto e si è convertito al cristianesimo. E ancora, Giovanna Bacciocchi, insegnante all’Istituto Professionale per il Commercio e il Turismo “Marignoni-Polo” a Milano; Raymond Bahati, direttore del coro multietnico Elikya, originario della Repubblica Democratica del Congo; Luna El Maataoui, studentessa universitaria di Scienze Giuridiche a Milano, originaria del Marocco; Abdoulaye Mbodj, avvocato, originario del Senegal; Marilena Pelonero, insegnante Istituto “Pietro Leone” a Caltanissetta; Novella Zavatta, studentessa del Liceo Classico “Dante Alighieri” a Rimini. In modi diversi e per percorsi inaspettati raccontano una narrazione che dà speranza e voglia di costruire; dove le differenze sono una risorsa e dove prima della distanza c’è una comunanza. Una storia iniziata che porterà alla consapevolezza che ciascuno è costituito da un desiderio di bene che spinge ogni uomo a cercare la felicità e a costruire un mondo migliore. Intanto si canta insieme e quella unità diventa sperimentabile per tutti.