Trio Artemisia in Concerto

Press Meeting

Musiche di Schubert nel programma musicale di ieri sera al Meeting. Il concerto è del Trio Artemisia, formatosi nel 2003 in seguito all’incontro, proprio qui al Meeting, di tre giovani musicisti italiani: Francesco Pasqualotto (pianoforte), Matteo Pippa (violino), Giacomo Grava (violoncello). Il Trio, pur di recente formazione, ha già vinto importanti concorsi musicali e ha svolto una nutrita attività concertistica in varie città italiane e straniere.
Il concerto di stasera ha visto l’esecuzione dell’Adagio (Notturno) op.post.148 e del celeberrimo Trio con pianoforte op. 100. Dopo l’esecuzione del primo brano, Roberto Androni, docente presso l’Accademia Internazionale della Musica di Milano, della quale è stato anche direttore dal 2002 al 2004, ha condotto un dialogo con il pubblico, presentando il gruppo e introducendo il brano successivo con una vera e propria guida all’ascolto, che ha reso la serata musicale ancora più interessante. Gli spettatori, alcune centinaia, hanno fatto cornice agli esecutori, sistemandosi sul palcoscenico e ricreando così l’atmosfera intima e avvolgente che è propria dell’esecuzione della musica da camera, così come veniva eseguita nel passato.
Il Trio con pianoforte op. 100 è uno dei brani più importanti e monumentali dell’opera di Schubert. Commentando questo brano, pubblicato anche nella Collana Spirto Gentil, don Giussani ha detto che esso propone il cammino di ogni uomo, baldanzoso e pieno di energia all’inizio, ma che lo scorrere del tempo riempie di incertezze e di dolore, in un’atmosfera di struggimento che ci accompagna tutta la vita. Ricordiamo che questo brano fu composto da Schubert nell’ultimo anno della sua vita, quando il compositore era già a conoscenza della malattia che lo avrebbe condotto alla morte. Non per questo Schubert aveva smesso di comporre, anzi la sua produzione ultima è tra le più ricche del suo repertorio. Dopo il primo Movimento – un tema eroico – il secondo è di una malinconia struggente, un tema quasi disperato, di marcia funebre, come il lamento di un uomo a cui risponde un amico. Quando infatti insiste il tema della marcia funebre, c’è come un miracolo inaspettato: delle note che rimandano su, come un cuore che si allarga. Il terzo Movimento è paradossalmente leggero, come un momento di evasione, che si trasforma in un’ipotetica danza, quasi frivolo. Infine il quarto Movimento è un rondò, dove tre elementi si intrecciano. La vera sorpresa di questo Movimento è il tema struggente del secondo Movimento, che ritorna ineluttabilmente. “Il senso di tutte le cose – ricordava Giussani nel suo commento – è uno sguardo completo, che fa capire le singole figure che compongono il brano”. Una sorpresa finale: il bis, richiesto dai lunghi applausi alla fine dell’esecuzione, è stata una canzone, “Madonna Spitturata”, trascritta come un trio classico su un suggerimento di Davide Rondoni.

F.R.
Rimini, 26 Agosto 2005