TRASCINATI DALL’ATTRATTIVA DELLA VERITÀ

Press Meeting

Il Meeting 2007 ha confermato la sua unicità nel panorama internazionale, come ricchezza di incontri e come partecipazione di popolo. Proprio in un momento in cui sembra diventato così arduo suscitare un’attrattiva tra la gente, il Meeting è una proposta che ridesta un interesse della ragione e della libertà.
Gli innumerevoli incontri, le mostre e gli spettacoli hanno dato voce a un’esperienza umana per la quale la ricerca della verità è il contenuto di un percorso entusiasmante e nello stesso tempo drammatico: «Realizzare – come ha detto Benedetto XVI nel saluto durante l’Angelus di domenica 19 agosto – la più profonda vocazione dell’uomo: essere cercatore della verità e perciò cercatore di Dio».
Il Meeting è stato partecipare a un avvenimento che ha consentito di testimoniare la verità, che nella nostra vita ha assunto il volto carnale di un uomo, Gesù di Nazareth, che ha identificato se stesso col vero. Questa è l’origine e il segreto dell’identità culturale del Meeting: 1) la scoperta della fede come criterio nuovo di giudizio e di azione, come significato che mette in rapporto le cose; 2) l’educazione necessaria affinché la “genuina preoccupazione ideale” che don Giussani ha incarnato per tutta la vita sia sempre più comunicata.
Per chi ha partecipato, la sorpresa del Meeting è stata per l’incontro con personalità religiose, con uomini della cultura, della scienza, dell’economia e della politica, desiderosi di percorrere un cammino ragionevole verso la verità. A dispetto di tutta l’onda di scetticismo che rende indifferenti alla realtà, come se non ci fosse nulla in grado di suscitare un attaccamento, e di coloro che giudicano le cose come dagli spalti della loro autosufficienza, le oltre 700.000 presenze che sono state al Meeting hanno incontrato la domanda sulla verità, facendo proprio l’appello ad allargare la ragione lanciato un anno fa a Regensburg.
L’approfondimento del titolo del Meeting – “La verità è il destino per il quale siamo stati fatti” – ha consentito di fare un nuovo passo nella direzione opposta al nichilismo che rende l’uomo sempre più solo e confuso di fronte ai suoi desideri. Come ha detto il cardinale Bertone, «talora si ha come l’impressione che, nel clima di relativismo e di scetticismo che pervade la nostra civiltà, si giunga sino a proclamare una radicale sfiducia nella possibilità di conoscere la verità».
A Rimini si è potuto vedere come l’esistenza, investita dalla verità dell’incontro cristiano, diventa carica di un’immensa certezza, che fa trovare a casa propria con chiunque. Si è reso evidente un interesse reale per la posizione altrui, in un tempo in cui l’indifferenza – mascherata da tolleranza – sembra la misura dei rapporti umani.
Così a Rimini si sono visti ebrei, cattolici e musulmani dialogare in un clima di stima e di rispetto, scienziati e teologi parlare dell’amicizia tra fede e ragione, imprenditori e politici cercare faticosamente la strada al bene comune al di là degli schieramenti, personalità internazionali testimoniare un desiderio di pace, che è il nome della verità nei rapporti tra i popoli. Le sofferenze e le speranze di realtà come il Libano, l’Irlanda del Nord, i Paesi Baschi, il Venezuela, il Burundi, hanno trovato nel Meeting un luogo dove l’altro non è innanzitutto qualcuno da combattere, ma un aiuto a scoprire la verità che corrisponde alle esigenze più profonde del cuore dell’uomo.
Cedere all’attrattiva della verità fa di ogni uomo, anche il più fragile e incoerente, un protagonista nuovo sulla scena della storia.

Per questo, dopo il Meeting del desiderio e della libertà, dopo quello della ragione e quello della verità, il titolo del Meeting 2008 – che si svolgerà a Rimini dal 24 al 30 agosto – è: «O protagonisti o nessuno».

Rimini, 25 agosto 2007