Toti al Meeting: “Ponte entro un anno, non importa da chi verrà fatto”

Press Meeting

Rimini, martedì 21 agosto – “Pretendo che ci sia un ponte entro un anno, è indispensabile per il sistema Paese. Il porto di Genova rende circa sei miliardi di euro di Iva, penso che meriti di contare. Dopodiché può costruire chiunque, a me interessa che ci sia un ponte bello, sicuro e che si faccia in fretta. Questo ovviamente è un auspicio che ho condiviso con il premier Conte, che mi ha detto di contare sulla ricostruzione del ponte entro il 2019 a Genova, e questo credo sia un punto in comune di tutte le istituzioni. Poi non conta chi lo costruirà: Autostrade è lì, è veloce, ha nelle mani il cantiere; va purtroppo ancora smontato tutto il ponte, e si sta valutando il miglior modo per togliere quei tronconi che sono rimasti lì, per mettere in sicurezza le case che sono lì sotto. Piano piano metteremo in fila tutte le cose. Ma le più urgenti sono: mobilità sostitutiva, treni in più sulla Liguria, case agli sfollati”. Lo ha affermato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, arrivato al Meeting di Rimini, parlando con i giornalisti davanti a uno stand di prodotti gastronomici liguri.

“Io so che da Autostrade pretendo che si rimbocchi le maniche per dare una mano alla Liguria a uscire dal pantano in cui si trova. Oggi la società sta lavorando sul ponte per mettere in sicurezza, sta dando una mano ai vigili del fuoco nel liberare la zona dalle macerie, si è offerta di costruire, o di dare una mano a farlo, alcuni tracciati di viabilità parallela, e credo sia un minimo per un’azienda in Italia, dove esiste la responsabilità sociale d’impresa, e che ha una concessione che le da maggiori responsabilità. Quindi deve rimboccarsi le maniche senza chiedere nulla in cambio. Sul resto, chi ha sbagliato non lo deciderà Toti o la regione ma i magistrati”.

Sul fatto che la regione si costituirà parte civile, Toti ha detto: “Non lo escluderei affatto. La Liguria vuole la verità e fino in fondo, quindi aspettiamo di conoscere come la procura della Repubblica intenderà impostare questo processo: i periti sono stati nominati, ora c’è la fase istruttoria e la regione sarà presente per garantire che non saranno morti tanti cittadini liguri, italiani, per una cosa di cui non si sa il perchè. Stavolta bisogna conoscerlo e gli enti locali, come la regione ma anche i sindaci, hanno il diritto di fare parte delle commissioni di controllo sulle infrastrutture e sulle concessioni, che insistono sui loro territori. Chiederò all’esecutivo di valutare se le concessioni siano gestite con efficienza e sicurezza dal governo centrale”.

“Oggi la priorità è di trovare i responsabili di quelle morti assurde – ha proseguito il governatore – e di dare ai nostri porti il modo di continuare a essere competitivi. I giudici cerchino i colpevoli, poi certamente la politica dovrà fare un dibattito sulla concessione o sul modello di concessione, ma non sulla pelle di chi ha già pianto abbastanza. La Liguria ha bisogno di usare tutti i mezzi che può per rimettersi in piedi e non credo che la nazionalizzazione sia la strada migliore. Mi sembra una nostalgia della prima repubblica degna dell’ultimo film di Checco Zalone. Lo Stato deve controllare, che chi gestisce i suoi beni, sia nell’interesse privato o pubblico, lo faccia bene e nell’interesse della sicurezza, e non trasformarsi in un gestore dei suoi stessi beni, perché quando lo ha fatto non abbiamo avuto buoni risultati, né in termini di efficienza del servizio né di equilibrio dei conti”.

Sulla nomina a commissario straordinario, Toti ha commentato così: “In ogni stato di emergenza il governo nomina un commissario, e, data la estensione, la complicatezza e le materie che sono tipicamente quelle regionali, è ovvio che si sia pensato in questo caso di fare coincidere il presidente di regione con la struttura commissariale, che gestirà tutte le materie che sono nell’ordinanza di protezione civile firmata dal capo dipartimento Borrelli. Questa prevede tutta una serie di cose, dai lavori per la viabilità complementare alla rimozione delle macerie o alle case che già ieri e anche oggi pomeriggio stiamo continuando a dare alle persone che hanno dovuto abbandonare la loro abitazione. Questo credo che sia il modo migliore per gestire la stretta emergenza”.

Poi occorrerà pensare, ha spiegato Toti, visto che “non tutto può essere ricondotto alla emergenza di protezione civile, a politiche o magari anche leggi che consentano al primo sistema portuale d’Italia, quello che vede interessate Genova, Spezia e Savona, di accelerare la ripresa, e credo che serviranno strumenti particolari. Sapete bene, avendolo constatato tante volte, che l’Italia è molto brava nelle emergenze, grazie alla professionalità e alla generosità di tante persone; molto spesso, però, si impantana per gli stessi demeriti quando poi si tratta di ricostruire”.

“Genova non può essere così, l’ho detto al premier Conte, l’ho detto a tutti i nostri ministri che sono venuti a Genova: io credo che ci siano le condizioni per fare di una tragedia immane una grande opportunità – ha concluso Toti –. Questo è il compito della politica, che ha il compito di pensare ai cittadini, alle città e alle imprese, mentre la magistratura avrà il compito di pensare ai colpevoli che ci sono, da appurare e da punire severamente. Noi dobbiamo pensare al mondo che continua, alla Liguria che sta crescendo, al sistema portuale che ha bisogno della competitività delle proprie merci, per la ragione che molte decine di migliaia di persone campano di industria, artigiano, turismo, terziario e servizi.”

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