Grande serata di musica irlandese, ieri sera in Arena, con il concerto dei Dervish. Gli artisti irlandesi, fin dalla prima nota, hanno risvegliato gli animi di una platea rimasta piuttosto meditabonda dopo la prima parte della serata, dedicata alla poesia di Patrick Kavanagh. Non è in discussione l’efficacia espressiva del “poeta della terra”, autore di “The Great Hunger”, testo presentato da voci recitanti (John Waters e Davide Rondoni) e violino solista; resta il fatto che gli spettatori erano alla ricerca dei ritmi della tradizione irlandese, della musica suonata e ballata nei pub. La storia del vecchio contadino, piegato sulla terra fino alla fine dei suoi giorni, che muore dopo aver incontrato Dio e il Demonio nelle loro più semplici manifestazioni quotidiane, ha richiesto molta concentrazione e suscitato una certa sorpresa. È stata, comunque, una sorta di introduzione allo spettacolo vero e proprio, e lo ha fatto apprezzare ancora di più.
L’attesa è stata, poi, premiata e l’Arena si è ridestata di colpo, con battimani ritmati e ragazzi che si assiepavano sotto il palco per danzare insieme agli artisti. Al loro repertorio, i Dervish, hanno aggiunto un’interpretazione della canzone più bella e famosa, “On Raglan Road”, che Patrick Kavanagh scrisse per la melodia tradizionale di “Fainne Gael and Lae”. Alla fine, i Dervish hanno concesso due bis e, se fosse stato per la gente, sarebbero dovuti restare sul palcoscenico ancora per qualche ora.
Usciti gli artisti, centinaia di giovani hanno continuato a cantare alcune arie irlandesi.
D.B.
Rimini, 23 agosto 2007