Sviluppo, Calenda: «La crisi non è superata, noi sosteniamo i privati»

Press Meeting

Rimini, 22 agosto 2017 – «Non abbiamo superato la crisi, lo sarebbe se avessimo recuperato tutto ciò che si è perso in posti di lavoro e Pil». Lo ha detto Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, parlando, alle 11:15, al Meeting di Rimini (Sala Illumia C3), in un incontro con manager di imprese private. «Non dobbiamo abbassare la guardia», ha aggiunto, «la ripresa riguarda solo un gruppo di aziende o un gruppo di territori. E allora bisogna investire, sul lavoro e sulla produzione. Governare l’innovazione è fondamentale, perché bisogna fare attenzione a presentare la tecnologia come un processo che porta solo benefici e non controindicazioni. Come è successo con la globalizzazione».
Calenda ha poi ha parlato di politica industriale: «Con industria 4.0», ha precisato, «lo Stato premia gli imprenditori che investono nel loro settore di appartenenza. Nel nostro progetto ritorna al centro l’impresa: lo sviluppo lo costruiscono le imprese private. A settembre monitoreremo i primi risultati e siamo disponibili a rafforzare il nostro intervento [con 1,5 miliardi – ha detto, a margine, ai giornalisti], specie sulla formazione in azienda».
«Ci sarà un forte credito d’imposta sulla formazione in azienda all’interno della prossima legge di bilancio», ha poi annunciato il ministro. Sui rapporti con gli investitori cinesi in Italia Calenda ha poi detto che «bisogna essere forti nel dire dei no, come abbiamo fatto con Francia e Germania nei confronti della Cina alla minaccia di acquisizioni di brevetti in Italia da portare in altri Paesi».
Il presidente di Compagnia delle Opere, Bernhard Scholz, che ha moderato l’incontro, ha sottolineato che l’Italia ha «un potenziale enorme, che può essere valorizzato da una politica non dirigista». Per Paolo Pandozy, amministratore delegato di Engineering, «tecnologia e robot non sono una minaccia per l’occupazione. Pensiamo al bancomat: ha contribuito a ridurre il personale di cassa nelle banche, ma l’indotto che ne deriva ha portato a un numero di addetti superiore a quelli persi agli sportelli. Inoltre l’introduzione della tecnologia sta accompagnando il ritorno delle imprese italiane dai territori esteri in cui erano andati per abbattere i costi di lavoro e produzione. L’innovazione ha ridotto i costi e permette alle aziende di stare vicine ai loro mercati, in Europa e Usa. Ma occorrono politiche fiscali perché queste imprese possano insediarsi nuovamente in Italia».
Per Ernesto Ciorra, direttore Innovazione e Sostenibilità di Enel, «non abbiamo ereditato un’economia che tira, ma possiamo fare insieme di più di quello che abbiamo ereditato. La grande impresa può dare una mano a giovani di talento per creare start up. Con Open Italia vogliamo aiutare i giovani a farli diventare dei manager. Non possiamo assumerli tutti, ma possiamo indirizzarli verso collaborazioni con aziende e istituzioni».
Un impegno per i giovani nel mondo del lavoro è la missione di Randstad. Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia, ha sottolineato che «c’è una forza che va contro la crescita dell’Italia: è il calo demografico. Cinquant’anni fa il numero delle nascite era vicino al milione, nel 2016 sono state 485 mila». Randstad è impegnata nella formazione e nell’orientamento dei giovani, ma punta soprattutto sullo sviluppo delle loro attitudini. Sergio Solero, presidente e amministratore delegato di BMW Italia, ha sottolineato che «c’è molta Italia nel gruppo Bmw. Un valore che deve e può crescere», e ha invitato le Pmi italiane a

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