Sussidiarietà e… finanza sostenibile

Redazione Web

Rimini, giovedì 20 agosto Una finanza sostenibile, armonica che aiuti le dimensioni ambientale, sociale, economica e sia sensibile alle comunità, ai territori, alle famiglie, alle imprese, alle amministrazioni locali. Come sta reagendo la finanza ai danni causati dalla pandemia da Covid-19? Oggi è urgente capire come sta cambiando il suo rapporto con l’economia reale e qual è il suo contributo allo sviluppo sostenibile. A questi temi è dedicato il nuovo Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà, presentato oggi al Meeting di Rimini nell’incontro “Sussidiarietà… e finanza sostenibile”, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Gli ospiti chiamati a dare un contributo al dibattito sono stati introdotti da Alberto Brugnoli, professore di Economia applicata, Università degli Studi di Bergamo e direttore scientifico Fondazione per la Sussidiarietà, oltre che curatore del rapporto insieme a Luca Erzegovesi, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari al Dipartimento di Economia e management dell’Università degli Studi di Trento. Sono: Giovanni Fosti, presidente Fondazione Cariplo; Marco Morganti, responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo; Fabrizio Palermo, amministratore delegato e direttore generale Cassa Depositi e Prestiti; Fabio Pompei, CEO Deloitte Italia.

Nel fare una sintesi del rapporto, Brugnoli dice «che dopo i giovani del sud e le piccole medie imprese il documento è tutto incentrato sulla finanza sostenibile a livello italiano ed europeo. Gli sforzi economici della Banca Centrale, dell’Unione Europea, dei governi nazionali per fronteggiare la crisi generata dalla pandemia sono consistenti. Il futuro è l’impact investing, lavorare insieme per costruire un modello di sviluppo europeo nel quale la finanza sostenibile è il perno su cui ruota tutto il sistema».

Erzegoversi fa un inciso sulle banche: «Le aggregazioni bancarie e gli istituti di credito cooperativo si muovono in soccorso di famiglie e imprese; la pandemia ha generato richieste enormi di risorse, alle quali le banche hanno risposto e che dovranno in qualche modo sostenere in futuro, quando ci sarà una fioritura di nuove richieste di finanza sostenibile. Ci sono numerosi casi virtuosi e paradigmatici di questa nuova tendenza».

«Banca Prossima di Intesa San Paolo», aggiunge Monganti, «da oltre dieci anni sostiene con propri prestiti il capitale umano che genera valore, ma che non ha accesso al credito. Mi riferisco agli studenti universitari che aiutiamo per il solo fatto di essere iscritti ad un corso di laurea: fino ad oggi ne abbiamo sostenuto oltre 5000. Un altro esempio sono gli aiuti alle madri che lavorano. La banca ha un ruolo sociale che deve svolgere se vuole fare sussidiarietà vera; l’accesso al credito è un esempio di “fertilizzazione sul territorio”, che vede nell’istruzione e nella formazione i suoi capisaldi”.

«Il piano di investimenti di Deloitte Italia è finalizzato principalmente su istruzione, infrastrutture, digitalizzazione», dice Fabio Pompei. «Le imprese che sosteniamo devono però fare la loro parte generando la creazione di elementi di valore sociale attraverso la sostenibilità e la trasparenza. Con il progetto Impact for Italy sosteniamo i giovani, le famiglie e clienti e imprese anche di piccole dimensioni. Gli investimenti in favore del capitale umano deve avere un sostegno pubblico attraverso un’equità fiscale».

Cassa Depositi e Prestiti genera impegno e impatto sociale per fronteggiare la crisi. «Le leve», dice l’a.d. Palermo in collegamento audiovideo, «sono finanza sostenibile, sostegno alle imprese, attenzione alle persone, ai processi sociali, alle nuove tecnologie. Gli investimenti distribuiti sui territori da CDP saranno nei prossimi tre anni di 200 miliardi di euro con un’attenzione alle imprese locali, agli enti, alle comunità. Le azioni hanno già aiutato oltre 20mila imprese, creato 600mila nuovi occupati, realizzato alloggi sociali e residenze per studenti, generato aiuti alle scuole».

L’intervento conclusivo di Fosti è incentrato sul ruolo di Fondazione Cariplo e, più in generale delle fondazioni bancarie. «Senza le comunità locali vengono meno le azioni di finanza sostenibile», dice, «azioni però che devono essere di lungo periodo. Dobbiamo investire per le future generazioni, non solo per avere consensi nel breve periodo. La comunità sociale, le persone, i soggetti con le energie positive, la fiducia generata nella comunità attraverso il social housing e il sostegno alle persone più fragili sono le azioni da attuare».

(G.G.)

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