SPRING ROLLS ALLE PISCINE OVEST

Press Meeting

Stasera, al consueto appuntamento delle 22, è sul palco una formazione eterogenea, gli Spring Rolls. Nella presentazione viene ricordato che il nome della band (la nota specialità cinese degli involtini primavera) indica volutamente un misto di gusti, esperienze e preferenze musicali assai diverse tra loro (si va dal jazz al pop, dalla ballata americana al rock duro, passando per l’Italia e per le terre del blues), ma il cui assortimento riesce gradevole. Così è un pubblico incuriosito quello che ascolta la band dare corpo musicale ai tanti ingredienti degli involtini primavera.
Si comincia con nomi sacri come Sting e Genesis (Revelation, Bring on the night ed altre) e si arriva presto a Nek (Se io non avessi te) e a Paul Simon (50 ways to leave). Molte carte sono state scoperte: innanzitutto la voce Sting-oriented di Al Morigi, ma non solo: un basso asciutto e completo e una batteria perfetta e non invadente (caso raro alle Piscine Ovest), una chitarra che vola alto, capace di virtuosismi trascinanti, un sax (soprano e contralto) che ben si sobbarca il ruolo del fantasista, e una tastiera che va assai oltre i compiti di sostegno armonico.
Il pubblico, che si accalca sotto il palco nella solita versione giovanile, mani alzate e ondeggianti a tempo, probabilmente comincia a godersi lo spettacolo, a gustare il mix fra band e solisti, e a sospettare che la scelta dei brani non sia dettata da soli motivi musicali. Infatti Morigi li presenta brevemente, e riesce a comunicare per ciascuno di essi almeno un flash o un piccolo spunto che, anche se non richiama direttamente il tema del Meeting, rende possibile per ciascuno stabilire un collegamento tra il brano e l’intensa esperienza di questi giorni (anche questo aiuto non è frequentissimo alle Piscine Ovest).
Ma è il momento di introdurre (con Impressioni di Settembre della Pfm) un nuovo – piccante – ingrediente degli involtini. Si tratta della voce femminile di Alessia, potente, ricca di inflessioni blues ed atletica tra le note come la cantante lo è sul palco. Un’altra emozione per il pubblico, ancora amplificata dal successivo Pleasantly blues, dove voce e chitarra si scatenano. Sull’onda, e sempre con grande partecipazione dei presenti, i Queen di One Vision, il pop Video killed the radio star e lo Stevie Wonder di Superstition. Poi il gospel acustico I still haven’t found (“qui c’è un albero piantato, che resiste, e che si fa trovare da chi continua a cercarlo”) e il ritorno del rock con Saturday night e Purple rain, dove la chitarra strappa grandi applausi.
Ancora un flash su due personaggi femminili: Roxanne dei Police e Sally di Vasco Rossi, con una netta preferenza per quest’ultima (per lei, a differenza dell’altra, “la speranza è dietro l’angolo”) affidata alla voce di Alessia. Si conclude con brani meno scatenati, pareggiando però il conto giovanile coi bis finali.
Una bella serata, anche se tutta di cover, con un apprezzabile e riuscito sforzo di sottrarsi all’evasione.

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