Spirto gentil. Mandulinata a Napule

Press Meeting

Le canzoni napoletane tornano al Meeting, alle 19 in sala Neri CONAI, con la voce di Gianni Aversano, accompagnato da Michele De Martino al mandolino e da Paolo Propoli alla chitarra. Introduce il musicologo Pier Paolo Bellini. A tema della serata, la presentazione di “Mandulinata a Napule”, il cd con la possente, storica voce tenorile di Tito Schipa. Ma c’è ampio spazio anche per l’ultima produzione di casa Aversano, il cd antologico di canzoni napoletane “Spate, ammore, resate, devuzione”.

La famosissima “Tu si’ ’na cosa grande pe’mme” si ricollega al tema del tu: “L’altro è una cosa grande”- ha esordito Bellini, che ha ricordato quando don Giussani chiese ai monaci buddisti, come mai conoscevano le canzoni napoletane: “Malinconia” gli rispose semplicemente il bonzo. Poi Bellini ha chiamato sul palco il poliedrico Aversano, presentandolo ad una platea già molto “calda”. Il concerto si è aperto sulle dolci note di “Anema e core”, che ha incantato il pubblico per la bellezza della melodia, conosciuta in tutto il mondo.

Dopo l’ottima esecuzione, il cantante ha spiegato che la canzone napoletana è universale e tutti gli interpreti possono farla propria. Don Giussani diceva che “senza la malinconia, c’è la banalità”, Aversano è d’accordo anche per motivi strettamente personali, considerando che fu proprio il prete brianzolo a fargli ad amare la musica napoletana.

Il trio poi ha eseguito una selezione scelta del cd di Schipa, in vendita in libreria, spaziando dalle canzoni d’amore “O sole mio” e “I’ te vurría vasá” a “Passione”, canzone che si ricollega al tema del sacrificio: “Come pesa sta croce che trascino per te”, come ha fatto Cristo con la sua passione e croce. Il concerto è proseguito con “Era di maggio”, canzone nella quale l’amore ritorna sempre, tenacemente: “Avevi paura, ma ti avevo promesso che sarei tornato”.

Non poteva mancare “Torna a Surriento”, la canzone amata dai bonzi buddisti. “Per sette volte viene ripetuto: ‘Guarda’”, racconta il cantante, e ricorda che alla domanda che sorge spontanea dopo l’ascolto, come fare a vivere sempre con la stessa intensità di nostalgia e di sentimento, don Giussani rispose: “Ricordandoti che la bellezza è nel fondo di ogni cosa”.

Aversano ha avuto la fortuna di incontrare sul suo cammino grandi poeti e grandi musicisti, uno di questi è Enzo Avitabile. Il sassofonista e compositore napoletano ha scritto canzoni che sono preghiere, “grida” che portano desideri di bene. “Don Salvatò”, in particolare, è una canzone sul sacrificio di Gesù: “Tutto questo dolore e tutto il sangue versato hanno un senso per l’umanità” – ha concluso Aversano, intonando le note di “Tu sì ’na cosa grande”.

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