Spirito Gentil – Improvvisi

Press Meeting

L’agosto riminese si colora con gli Improvvisi di Schubert del maestro Nazzareno
Carusi: la bellezza conquista il pubblico del Meeting e lascia commossi, facendoci (letteralmente) muovere
insieme alla scoperta della profondità degli abissi dell’autore. Alle ore 19.00 Sala Neri al completo per la
guida all’ascolto delle composizioni schubertiane.
Come spiega il maestro, “gli Improvvisi di Schubert nascono dall’esigenza creativa dell’autore di ascoltare
ciò che il suo cuore gli detta, i sentimenti che attraversano il suo animo (tristezza, nostalgia, gioia ecc.),
trovando nel pianoforte uno strumento di comunicazione immediato. È come se l’autore volesse
condividere con ogni uomo questo suo sentire e lo mettesse a disposizione come elemento vitale, facendo
comunque sempre emergere una positività dentro tutte le contraddizioni del suo animo”. Ora gli Improvvisi
rispecchiano proprio questo impulso creativo di Schubert nella condizione psicologicamente più immediata
e libera da ogni condizionamento letterario. Sono schizzi pianistici che non hanno alcuna pretesa e
ambizione descrittiva: vivono dell’unica ricchezza determinata dalle idee musicali e dalle risorse armoniche
espresse con inesauribile varietà di modulazioni dello strumento a tastiera.
È uno Schubert musicista lirico più degli altri, poeta del pianoforte quello si rivela negli Improvvisi, così
affascinanti nella loro straordinaria fantasia creatrice. Il primo, in do minore, ha un andamento discorsivo,
molto raccolto e intimo, con l’insistenza sempre sullo stesso tema, ampliato e sviluppato con delicatezza di
armonie. Il terzo, in sol bemolle maggiore, emana un penetrante e struggente profumo romantico, tipico
dello Schubert liederista e anticipatore delle cullanti melodie della «romanza senza parole»
mendelssohniana. In effetti Schubert in questi lavori, specchio del suo tormentato e tragico universo
interiore, ha trasceso completamente l’originaria funzione di piacevole e innocuo pezzo di intrattenimento
tipica della tradizione del Klavierstuck per dar vita a pagine di straordinaria intensità drammatica e
ineffabile fascino poetico che li colloca, pur nella totale diversità di struttura e di scrittura pianistica, a
fianco delle Ballate e degli Scherzi di Chopin.
Valga per tutti l’esempio dell’Improvviso n. 1 in do minore (Allegro molto moderato), capolavoro poetico di
infinita bellezza, interamente attraversato da una dolcissima e disperata desolazione che rende inutile,
superflua e limitante ogni possibile descrizione. Carusi ha scelto di chiudere con una pausa, che non è
segno di morte, ma di respiro. Come una speranza, o l’urgenza di sperare, che emerge imperiosa a
dominare il corso anche contrastato dell’esistenza. Il pubblico si è lasciato condurre per mano negli abissi
schubertiani in cui l’alternativa tra il nulla e il compimento vengono trasmessi dalle scelte melodiche,
ritmiche e armoniche dell’autore. Lo si notava dal silenzio che dominava la sala, soprattutto nei passaggi
più intensi: come lo sporgersi del Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich.
(A.S.)

Scarica