Rimini, lunedì 20 agosto – Nel ciclo di incontri riguardanti la situazione in Siria si inserisce la proie-zione del reportage “Siria, passione cristiana. La battaglia di Ghouta e le bombe sulle chiese”, a cura di Gian Micalessin, ispirato dal suo libro “Fratelli traditi”, nel quale racconta la sua esperienza del conflitto in Medio Oriente.
Il reportage, girato nel febbraio 2018, documenta come le comunità cristiane nei quartieri della peri-feria di Damasco siano continuamente sotto il mirino di bombe e missili dei ribelli jihadisti. In questa situazione la vita dei civili è continuamente messa a rischio dai colpi di mortaio: decine di morti e fe-riti ogni giorno. Nel reportage, un cristiano commenta: “Oggi siamo stati fortunati: abbiamo avuto solo due feriti”.
La comunità cristiana siriana, perfettamente integrata con le altre comunità religiose, vive e condivi-de tutti gli aspetti del conflitto come un unico popolo, ma sente l’abbandono da parte dei cristiani del mondo occidentale. I civili e i sacerdoti del posto sottolineano come non una parola di solidarietà sia stata spesa da parte degli esponenti della Chiesa cattolica nei confronti di chi rischia la vita ogni giorno solo per la fede in cui crede. L’esercito jihadista attacca, tortura e fa prigionieri i cristiani per la loro collaborazione con il governo siriano. All’inizio della guerra, scoppiata nel 2011, la comunità cristiana in Siria si aggirava intorno al dieci per cento della popolazione totale, mentre oggi è stata decimata al quattro per cento.
Per illuminare l’ombra in cui giace questa parte di mondo, Micalessin spiega le relazioni che intercorrono tra Siria ed Occidente: “La NATO, dati i suoi interessi nei bacini di gas mediorientali, decise di finanziare i ribelli per soverchiare il governo siriano. L’intervento inaspettato della Russia a sostegno di quest’ultimo ribaltò completamente le sorti del conflitto, portandoci alla situazione attuale: quasi tutti i territori siriani sono stati liberati dall’esercito islamico”.
In conclusione, Micalessin si interroga sulle prospettive future che si aprono sulla Siria: una volta finita la guerra, inizierà la ricostruzione del Paese e sarà necessaria una trattativa politica che permetta il ritorno pacifico della comunità cristiana. Trattativa dalla quale la Chiesa e la Comunità europea non potranno chiamarsi fuori.
(M.B.-S.M.)