Silicon Valley, a che punto siamo?

Redazione Web

MASSIMO GAGGI RACCONTA LE INFORMAZIONI OTTENUTE COME GIORNALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA

 

Rimini, 22 agosto  – Davide Perillo, direttore di Tracce, ha intervistato Massimo Gaggi, inviato de Il Corriere della Sera, per approfondire le notizie dal suo lavoro in America riguardo all’innovazione, all’intelligenza artificiale e ai rischi che potrebbero derivarne.

«La tecnologia è più stimolante della politica, per questo preferisco occuparmene», ha affermato Gaggi. «Molti che lavorano in America hanno ideologie figlie degli anni Sessanta e Settanta, nel senso che, come hippy, hanno una mentalità libera che non si pone limiti». Finora c’è stata la tendenza dei più grandi innovatori a non porsi particolari domande etiche, perseguendo sulla via dello sviluppo tutti i risultati ottenibili. «Penso che inizialmente i creatori di Google fossero onesti nelle intenzioni di migliorare il mondo, ma la necessità di mantenere il prodotto nel mercato ha poi portato a non perseguire temi etici». Le opportunità tecnologiche hanno intaccato o del tutto sostituito molti dei lavori che esistevano anni fa, ma molti altri sono nati. Ad esempio, il machine learning ha bisogno di personale che gestisca l’apprendimento delle macchine interessate. Il potere d’azione, in campo digitale, viene definito dalla quantità di dati che si possono raccogliere, tanto da essere definiti il petrolio dell’era moderna. La Cina ha particolari possibilità di fare raccolta dati, per questo sta diventando leader nel campo dell’intelligenza artificiale. Capita ogni giorno di fornire dati di sé stessi a svariate macchine: l’obiettivo non è difendersi o avere timore di fornire dati, essi permettono alla tecnologia di migliorare la vita di ognuno, ma è quello di ottenere e promuovere consapevolezza più completa sulla realtà attuale.

Sul finale dell’incontro si è poi parlato dell’influenza della tecnologia sulla politica, e di come le fake news siano sempre più un nemico da combattere. Non a caso le fake news portano indirettamente ignoranza, che confonde e mette timore sulla situazione e sui potenziali pericoli, infatti tanto a livello comune quanto in ambito politico-militare, il digitale può destabilizzare perché non oggettivo o palpabile. «È normale che il timore ci sia», ha precisato Gaggi, «anche gli sviluppatori di queste nuove tecnologie sanno che sono presenti rischi, è necessario però guardare alle nostre possibilità con ottimismo, tenendo presente che l’intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più importante anche nel gestire il nostro impatto ambientale».

Perillo ha poi ribadito quanto un incontro non possa sviscerare approfonditamente un argomento così vasto, «l’obiettivo è semplicemente quello di parlarne per ottenere più consapevolezza»

 

(D.L.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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