Sempre sorprendente: alcune figure periferiche della Bibbia

Press Meeting

“Un appuntamento ormai tradizionale, ma non scontato, quello di Joseph Weiler con il popolo del Meeting, per la lettura del testo biblico come realtà viva, decisiva”. Con queste parole Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, introduce al pubblico dell’affollatissimo spazio eni Caffè Letterario A3, alle ore 11.15, Joseph H.H. Weiler, presidente Istituto Universitario Europeo.
La premessa della lezione di Wailer parte dalla considerazione dei soli tre casi, tra le mille leggi e regole di comportamento dettate dalla Bibbia, in cui è doveroso sottomettere anche la vita al principio etico: rinnegare la fede in pubblico, omicidio e incesto. La proposta di lettura e interpretazione dei testi (a disposizione anche del pubblico) mette però in evidenza proprio situazioni che infrangono il terzo dei divieti.
La scelta del professore contempla innanzitutto l’episodio riguardante le figlie di Lot (Gen. 19, 1-38). “Si tratta di figure e brani periferici, e lo conferma anche lo stile del testo: secco, poco connotato sul piano dell’interpretazione valoriale. Lascia spazio alla speculazione del lettore”. Il professore apre quindi un dialogo con il pubblico attorno alla comprensione più profonda del testo, fino a costruirne l’interpretazione più umana e ragionevole: le due figlie hanno solo apparentemente ingannato il padre, coinvolgendolo nell’incesto narrato; c’è “un fattore altro, misterioso, ma ragionevole che muove il comportamento dei protagonisti. Peggiore dell’incesto è il male della mancanza di una discendenza”. Quindi, nel disegno della salvezza, non c’è la condanna, ma la giustizia anche non immediatamente comprensibile all’uomo.
Con lo stesso stile argomentativo, Weiler propone la figura di Tamir, la nuora di Giuda (Gen. 38, 1-30) e, da diversi passaggi dell’omonimo libro, la figura di Ruth, fino all’incontro con Booz. Weiler propone quindi la sintesi dell’argomentazione nata dal dialogo con i presenti: “Figure periferiche, oltre alle figlie di Lot di cui non sappiamo neppure il nome, sono anche Ruth, la moabita, e Tamar, madre di Peres, ma entrambe sono citate nella genealogia del re Davide e quindi di Gesù, chiamato Cristo. Nel Dio della Bibbia non c’è un per sempre, ma c’è sempre il perdono, la possibilità della riabilitazione”. Il docente richiama quindi il messaggio del Papa al Meeting, proprio dove sono citate “le periferie del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, dell’ignoranza”.
Weiler infine vuole cogliere l’occasione per rispondere pubblicamente alle numerose domande emerse dall’incontro “Europa: ideale o idolatria?” che si è tenuto domenica 24 in Sala Neri: “Quella dei diritti è solo una battaglia, ma non è la guerra. Io vi dico qual è la mia lotta: la speranza di stare ogni giorno davanti a Dio senza imbarazzo, senza ipocrisia. Quando morirò, spero di poter dire che ho vissuto così almeno dieci giorni”.

In conclusione Stefano Alberto precisa: “È questa la carne con cui si è implicato il Mistero. C’è un test da fare: queste parole ci hanno scandalizzato, messi a disagio, infastidito, spaventato? Il destino non ha lasciato solo l’uomo: non è una misura, ma implica l’impegno ad accorgerci dell’opera del Signore nella vita di ciascuno. Dio usa tutto, anche la contraddizione, anche il male. A noi non tocca la condanna. Occorre che la paura sia vinta per accorgerci che il Signore è il Signore, ed è soprattutto misericordia”.
(G.L.)

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