Rimini, 24 agosto 2024 – Il ruolo dell’istruzione nel plasmare le future generazioni è stato il tema dell’incontro delle ore 21:00 nella Sala Gruppo FS C2 della Fiera di Rimini, che ha avuto il titolo “Scuola e Università: risorse umane o uomini per il nuovo lavoro?”.
Seduti al tavolo della discussione, figure di spicco nel panorama accademico e sociale: Sua Em.za il Card. Mauro Gambetti, presidente della Fondazione Fratelli Tutti; Giovanna Iannantuoni, presidente della CRUI-Conferenza dei Rettori delle Università Italiane; Cesare Pozzoli, vice presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione e giuslavorista; Roberto Ricci, presidente dell’INVALSI-Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione; Cristiana Scelza, presidente di Valore D. L’incontro è stato introdotto e moderato da Francesco Occhetta, segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti.
Alla ricerca dell’essenziale nell’istruzione
La ricerca dell’essenziale nell’istruzione per Francesco Occhetta sta nell’andare oltre la semplice formazione di risorse umane funzionali al mercato, per diventare un mezzo per formare persone capaci di pensare criticamente, adattarsi ai cambiamenti e contribuire alla società in modo significativo. «L’istruzione deve preparare non solo lavoratori, ma cittadini responsabili e spiritualmente pronti per affrontare le sfide del futuro», ha dichiarato Occhetta, invitando i relatori a rispondere a questa importante domanda.
Giovanna Iannantuoni: L’importanza di formare studenti critici e autonomi
Giovanna Iannantuoni ha iniziato il suo intervento affermando che il vero obiettivo dell’università non è semplicemente formare professionalità, ma sviluppare individui capaci di porsi domande e di esplorare il mondo con curiosità e passione: «L’università è rivoluzione, è l’idea dello scienziato, è l’eureka che si accende come una lampadina di notte», ha dichiarato Iannantuoni. L’Università, inoltre, offre un approccio interdisciplinare che permette agli studenti di comprendere le complesse interconnessioni tra scienza, tecnologia, politica ed economia.
Iannantuoni ha poi affrontato la questione degli investimenti nell’istruzione evidenziando come l’Italia sia tra i Paesi che investono meno nell’università rispetto al resto d’Europa: «Se crediamo davvero che la formazione sia la porta per il futuro, dobbiamo essere conseguenti». Questo significa aumentare gli investimenti per permettere agli studenti di sviluppare appieno il proprio potenziale e di contribuire alla crescita del Paese. Iannantuoni ha concluso il suo intervento sottolineando che solo un’istruzione che ispira passione e curiosità può davvero preparare gli studenti a essere protagonisti del loro futuro e a cambiare il mondo.
Affrontare le disuguaglianze educative
Per Roberto Ricci le disuguaglianze educative rappresentano uno dei principali ostacoli alla realizzazione del potenziale degli studenti: «Oggi, un bambino di tre anni con una madre laureata capisce il doppio delle parole rispetto a un bambino la cui madre ha solo la licenza media», ha spiegato Ricci.
Il sistema educativo italiano, secondo il presidente dell’INVALSI, è incaèace di affrontare efficacemente queste disuguaglianze, quindi è urgente riformare il sistema per renderlo più equo e inclusivo.
Ricci ha anche sottolineato l’importanza dell’educazione nella fascia 0-6 anni come strumento per ridurre le disuguaglianze e garantire a tutti gli studenti le stesse opportunità di successo: «Se non colmiamo questo divario, non potremo mai realizzare l’obiettivo di un’istruzione che permetta a tutti di raggiungere il proprio potenziale».
Importante anche un’educazione che si concentri sulla qualità piuttosto che sulla quantità: su questo, il sistema scolastico italiano dovrebbe investire di più in progetti personalizzati che rispondano alle esigenze specifiche di ogni studente: «Non possiamo più permetterci di applicare soluzioni generiche a problemi specifici. Dobbiamo affrontare ogni situazione con un approccio mirato e scientifico», ha affermato Ricci.
L’importanza della diversità e dell’inclusione nel mondo del lavoro
Valore D è un’associazione che promuove l’equilibrio di genere e la cultura inclusiva nelle organizzazioni: «Le aziende con team diversi hanno il 35% di probabilità in più di avere rendimenti finanziari superiori», ha affermato Scelza, citando studi che dimostrano i vantaggi concreti della diversità nelle performance aziendali.
Scelza ha anche sottolineato come la diversità non sia solo una questione etica, ma una necessità di business. Ha evidenziato le difficoltà che le aziende incontrano nel creare ambienti inclusivi e ha suggerito che l’Università dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel preparare gli studenti a lavorare in contesti diversificati: «L’università deve essere ben connessa con il mondo del lavoro e deve insegnare agli studenti non solo le competenze tecniche, ma anche l’importanza della diversità e dell’inclusione».
Scelza ha infine portato l’attenzione sull’importanza dei modelli di ruolo nella formazione dei giovani perché è fondamentale mostrare agli studenti esempi concreti di successo inclusivo nel mondo del lavoro: «Portiamo manager aziendali nelle scuole per far vedere ai ragazzi che non ci sono lavori da uomo o da donna, ma solo lavori fatti con passione e competenza», ha affermato, sottolineando l’importanza di abbattere gli stereotipi di genere e promuovere una cultura del lavoro inclusiva fin dalla giovane età.
L’istruzione come fondamento della libertà e della dignità umana
Cesare Pozzoli ha centrato il suo intervento sul valore intrinseco della persona come fondamento di ogni processo educativo ed ha richiamato le parole di Don Giussani: «Siamo amati, questa è la verità essenziale».
Essere amati dà valore alla vita ed è la base su cui costruire la libertà e la dignità di ogni individuo: «Questo valore infinito della persona è il fondamento di tutto, anche del lavoro, dell’istruzione, della passione e dell’amore per i giovani», ha affermato Pozzoli, spiegando come questo principio debba guidare l’intero processo educativo. Egli ha poi parlato della necessità di un’educazione che permetta agli studenti di sbagliare e di imparare dai propri errori, evidenziando come la paura di sbagliare possa ostacolare l’innovazione e il progresso. Ha anche sottolineato l’importanza della passione nel lavoro e nell’istruzione, affermando che solo attraverso un’educazione che valorizza la persona e la sua unicità è possibile costruire una società giusta e inclusiva: «Quando riconosciamo il valore della persona, possiamo costruire un futuro di pace e fratellanza», ha concluso Pozzoli.
Ha inoltre toccato il tema della necessità di vedere l’errore non come un fallimento, ma come un’opportunità di crescita. «Il coraggio di affrontare l’errore è ciò che ci permette di migliorare continuamente», ha detto, raccontando come la sua esperienza di avvocato giuslavorista gli abbia insegnato l’importanza di un atteggiamento aperto e costruttivo verso gli sbagli. Ha infine sottolineato l’importanza della speranza e della fiducia nel futuro come elementi fondamentali per motivare i giovani a impegnarsi nell’educazione e nel lavoro.
Riscoprire la dimensione vocazionale dell’educazione
Il Card. Mauro Gambetti ha concluso il convegno con una riflessione sulla necessità di riscoprire la dimensione vocazionale dell’educazione. Ha sottolineato come la dignità umana non dipenda dalle capacità o dai risultati, ma sia un dato incontrovertibile che precede ogni azione: «La dignità si esprime nel lavoro, nelle attività artistiche, letterarie e in tutti gli aspetti della vita», ha affermato Gambetti che ha poi parlato dell’importanza di un’educazione che non si limiti alla trasmissione di informazioni, ma che miri a formare persone capaci di pensare in modo critico e creativo.
Il Cardinale ha criticato l’approccio enciclopedico dell’educazione illuministica, suggerendo che l’intelligenza artificiale renderà presto obsoleto questo modello: «Dobbiamo ripensare l’educazione come una rivoluzione di sé e una comunione di vita», ha affermato.
Gambetti ha infine parlato del ruolo della Chiesa nel promuovere un’educazione che sia al servizio della persona e della società. Egli ha ricordato come la Chiesa abbia sempre visto nell’educazione un mezzo per promuovere la libertà e la dignità umana, e come questa visione debba essere alla base di ogni riforma educativa: «La Chiesa ha fondato le università per promuovere la libertà e la dignità di ogni individuo. Dobbiamo continuare su questa strada, adattandoci ai tempi, ma senza perdere di vista l’essenziale», ha concluso Gambetti, richiamando l’importanza di un’educazione che non sia solo tecnica, ma anche spirituale e morale.