Scolpire le parole è un omaggio teatrale alla figura e all’opera dello scrittore brianzolo Eugenio Corti, il cui obiettivo è avvicinare lo spettatore prima di tutto al Corti uomo ma anche alla sua opera letteraria. Si tratta di un percorso teatrale in cui si intrecciano armonicamente più livelli: il racconto biografico e la lettura drammatizzata di alcuni testi dello scrittore.
Alle ore 19.45 nell’aula D2 l’attore Andrea Soffiantini e Paola Scaglione, studiosa di letteratura, hanno messo in scena lo spettacolo iniziando con la notte di Natale del 1942, quando lo scrittore si trovava sul fronte russo a trenta gradi sotto zero. Corti promette alla Madonna che se fosse scampato alla strage si sarebbe impegnato per la realizzazione del secondo versetto del Padre Nostro: “Venga il tuo Regno”. E così fece cercando di contribuire all’affermazione del regno di Dio come scrittore.
Lo spettacolo si è snodato attraverso il dialogo fra Soffiantini e Scaglione accompagnato dalle musiche del pianista Flavio Pioppelli, che hanno creato un mix di pensieri e sensazioni davvero godibili e suggestivi, secondo la miglior tradizione del teatro della parola.
Il percorso tematico fa rivivere nella trasposizione scenica i temi principali dell’opera di questo scrittore: la fede vissuta, in cui si ritrova il senso della vita e della morte, la guerra, la vocazione a scrivere, l’amore, il lavoro, la battaglia ideale e infine la misericordia divina che abbraccia tutto e tutti.
La rappresentazione, che riconosce e mette in scena l’indissolubile legame tra la vita e le opere di Corti, evidenzia che l’ipotesi di vita proposta nelle sue opere si esprime innanzitutto nella sua persona, nella sua testimonianza umana ed artistica, nel suo essere maestro e compagno di strada per il lettore.
La bellezza evidente degli scritti dell’autore e la potente interpretazione degli attori è stata salutata la fine dello spettacolo da un lunghissimo applauso. Come scrive Corti nel suo romanzo Gli ultimi soldati del re: “Una farfalla, mi resi improvvisamente conto, basterebbe da sola a dimostrare l’esistenza di Dio”.