Tra gli oltre 120 incontri del Meeting 2006, uno era dedicato alla presentazione della prima edizione in lingua araba de Il senso religioso di don Giussani, il testo che sintetizza il suo pensiero, la sua proposta e le parole fondamentali della nostra tradizione occidentale. All’incontro hanno parlato il professore Wa’il Farouq, dell’Università de Il Cairo, e Said Shoaib, giornalista de Il Cairo.
Wa’il ha detto che «la ragione e il realismo sono due concetti centrali nel libro di don Giussani, che presenta due definizioni nuove di questi concetti», spiegando che la radice araba della parola “realismo” è “cadere dal cielo”: «Poiché gli eventi cadono dal cielo non c’è nessuna alternativa per l’uomo se non di rassegnarsi, e questa constatazione porta all’assenza della libertà dell’uomo nel rapporto con la realtà, che manca nella struttura della coscienza araba», che per questo rende “monco” il concetto di realismo. Quanto alla ragionevolezza, Wa’il ha detto che «nella lingua araba il significato centrale della parola ragione è “legare, incarcerare, chiudere dentro”. La mente e la ragione sono sempre state in eterno confronto con la religione fino ad arrivare all’accusa di apostasia dei fondamentalisti islamici nei confronti degli intellettuali». E ha concluso: «Questo libro non solo apre nuovi orizzonti al pensiero arabo, ma anche procede verso la creazione di un vero dialogo tra le culture, perché recuperando l’esperienza elementare l’umanità potrà trovare questo linguaggio comune con cui dialogare. Attraverso la vostra presenza avete fatto il primo passo verso l’altro».
La ragione è “incarcerata” anche in Occidente: ridotta a misura di tutte le cose, finisce nel relativismo – come ricorda sempre Benedetto XVI – e nel nichilismo, per cui sembra che non ci sia nulla per cui valga la pena di vivere. Al contrario, il Meeting di quest’anno ha mostrato – seguendo il carisma di don Giussani – che la ragione dell’uomo è una “finestra spalancata sulla realtà”. Il Meeting ha contribuito a “scarcerare” la ragione con gli incontri sulla scienza, la cultura, l’economia e la politica, le mostre e gli spettacoli. Attraverso la testimonianza di chi vi ha partecipato, il Meeting ha cominciato a scardinare una posizione che, rinunciando a un uso adeguato della ragione, diventa fatalismo, fideismo e inevitabilmente guerra. Così il Meeting è stato un luogo di incontro, di amicizia e di dialogo. Cioè di pace.
Il titolo del Meeting 2007, che si svolgerà a Rimini dal 19 al 25 agosto 2007, approfondirà ulteriormente questo ed è: «La verità è il destino per il quale siamo stati fatti».
Rimini, 26/08/2006