Santa Messa, sul filo dell’esperienza di Simone

Press Meeting

Un lungo e sentito applauso, al termine della lettura del messaggio che il Santo Padre ha inviato al vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi, anticipa la celebrazione della Santa Messa di apertura della XXXV edizione del Meeting di Rimini, oggi alle ore 10.45 nell’Auditorium Intesa Sanpaolo D5. A fianco di Lambiasi tra i concelebranti ci sono anche Pierbattista Pizzaballa, custode di Terrasanta e Francesco Braschi, dottore incaricato della biblioteca Ambrosiana, entrambi relatori oggi in due eventi del Meeting. A leggere i più significativi passaggi del messaggio è Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Il coro di Comunione e liberazione di Rimini, diretto da Anastasia Gemmani, accompagna la celebrazione con brani della tradizione, polifonici e non, di autori quali Tomas Luis de Victoria ed Haendel, ma anche di cantautori contemporanei quali Claudio Chieffo e Adriana Mascagni. L’immagine del Crocifisso di Giovanni da Rimini (l’originale è conservato nel museo cittadino) fa da sfondo.
“Noi cristiani non possiamo fare a meno di Cristo, ma Cristo non vuole fare a meno di noi” è l’esordio del vescovo a cui fa eco il contenuto dell’omelia: “Incontrare Gesù è l’avventura di molti, il sogno di tanti, il bisogno di tutti”. Un breve commento al Vangelo di Matteo (16,13-20) centrato sull’incontro sempre nuovo, mai automatico, tra Cristo e Simone, introduce la provocazione per ciascun cristiano oggi: “Voi, chi dite che io sia?”, la stessa sentita da Simone. Il vescovo continua: “Ma quella mattina Simone si era trovato sulle labbra parole più grandi di lui; aveva captato il mistero di Gesù e Gesù gli ha affidato il suo compito: su di te, come su una roccia, edificherò la mia chiesa”.
Monsignor Lambiasi commenta che Pietro, sentendosi chiamare roccia, “ha percepito tutta la sua friabilità”. Quindi approfondisce il cuore del messaggio da consegnare al popolo del Meeting che gremisce anche la sala D3: “Anche noi oggi siamo collocati da Gesù di fronte al suo mistero. Ci sentiamo come sassetti, ma nessun sassetto al mondo è inutile”, riecheggiando la celebre frase dal film “La strada” di Fellini. “Cristo prende un ciottolo e lo pone lì, dove gli serve. Ciò che importa è trovarsi nelle sue mani ed essere disponibili ad essere collocati nel posto che lui ha preparato per ciascuno. Così diventiamo pietre vive e possiamo gridare a Dio la nostra felicità.” Così il Vescovo conclude l’omelia.
Espressivo del titolo del Meeting è il momento della lettura della preghiera dei fedeli, affidato a cinque giovani di diverse culture. Un giovane di lingua araba legge una preghiera dedicata ai cristiani perseguitati e uccisi a causa della fede.
Alla celebrazione della Santa Messa segue il collegamento con piazza San Pietro per l’Angelus di papa Francesco. Le parole del Papa ritornano sul tema emerso anche poco prima nell’auditorium D5: “Se il Signore trova una fede sincera e genuina allora Lui vede in noi delle pietre vive su cui costruire la sua comunità”. Durante i saluti il Papa riserva un pensiero e una preghiera all’Ucraina, precisando che oggi ricorre la festa nazionale.
(M.G.D’A., G.L. )

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