Santa Messa di apertura del XXXIX Meeting per l’amicizia fra i popoli

Press Meeting

Rimini, domenica 19 agosto – “Nessuna rivoluzione può soddisfare il cuore dell’uomo. Solo Dio, che ci ha fatti con un desiderio infinito, lo può riempire della sua presenza infinita”. È l’augurio di papa Francesco ad “accogliere l’invito di Gesù a venire e vedere” a dare inizio alla Santa Messa che alle 11.30 in Auditorium Intesa Sanpaolo A3 ha inaugurato la XXXIX edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. A presiedere la celebrazione, in cui sono state ricordate le vittime del tragico incidente di Genova, è stato S. Ecc. Mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini.

Dopo la lettura del Vangelo del giorno (Gv 6, 56), in cui Gesù afferma di essere “pane vivo, disceso dal cielo”, monsignor Lambiasi ha pronunciato la sua omelia. Davanti a una folla entusiasta che lo vuole incoronare, “Gesù prova compassione per loro e pronuncia un discorso che desta scandalo: come può un uomo affermare – si è domandato il presule – che chi mangia la sua carne vivrà in eterno?” Eppure, è proprio in questa promessa umanamente impossibile che si svela chi è Gesù: “Non un Dio al quale sacrificare olocausti, ma un Dio che si fa carne per la nostra salvezza e si fa sangue per la nostra straripante sete di verità e felicità. Un Dio – ha continuato il vescovo – che ha avuto pietà dei nostri limiti e si è fatto nostro compagno, invitandoci a vivere con lui come figli, teneramente e tenacemente amati”. È con l’augurio a riconoscere la compagnia di Gesù che si è fatto carne che monsignor Lambiasi ha voluto concludere la sua omelia: “È solo con Gesù che si può vivere una vita autenticamente umana, in quanto veramente sovrumana, pienamente divina”.

Ad accompagnare la celebrazione, le melodie eseguite dal coro di “Comunione e Liberazione” di Rimini diretto da Anastasia Gemmani e il Coro Ecumenico San Nicola diretto da Guya Valmaggi. La preghiera conclusiva è stata dedicata, oltre che a tutti gli operatori di pace, ai cristiani perseguitati, ai giovani e alle famiglie, al vescovo della diocesi e a papa Francesco, “perché lo Spirito continui a sostenere e ad accompagnare la Sua persona e il Suo Magistero, segni evidenti di misericordia e di ap-passionato amore ad ogni uomo”.

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