“Giussani e Guardini hanno ingaggiato una lotta drammatica e hanno risposto di
‘sì’ alla famosa domanda di Dostoevskij, se un uomo colto, un moderno uomo europeo può davvero credere alla divinità di Gesù Cristo. A Milano negli anni Cinquanta e in Germania negli anni Trenta hanno aperto una strada su cui tanti continuano a camminare”. Così Alberto Savorana, portavoce di Comunione e liberazione, ha introdotto l’incontro: “Romano Guardini e Luigi Giussani in dialogo con la modernità” alle ore 17 in un’affollata Sala Neri CONAI.
Johannes Modesto, postulatore della causa di beatificazione di Romano Guardini, ha notato che ambedue gli autori hanno promosso una nuova comprensione del cristianesimo, che lo liberasse da riduzioni intellettualistiche, etiche o pietistiche: “Il cristianesimo è Cristo stesso, afferma Guardini e conferma don Giussani”. Il relatore tedesco riprende un’altra famosa affermazione del filosofo italotedesco: “Nell’esperienza di un grande amore, tutto diventa un avvenimento nel suo ambito” e commenta: “Così la fede non è un elenco di precetti e di dogmi e diventa ‘attrattiva’ per l’uomo di oggi”. Don Giussani si colloca in questa scia: “Per lui il cristianesimo è un avvenimento. Non c’è un’altra parola che descriva meglio la sua natura”.
Sull’originalità della posizione culturale di Guardini, “grandissimo educatore e punto di resistenza cristiana negli anni bui del nazionalsocialismo”, si è soffermato Massimo Borghesi, docente di Filosofia morale all’Università di Perugia. “Negli anni in cui il pensiero cattolico era dominato dalla neoscolastica, con i suoi indubbi meriti, ma anche coi i suoi limiti – la tendenza a una idealizzazione romantica del Medio Evo e a un rapporto puramente conflittuale col mondo moderno – Guardini intraprende una sua strada originale”. Sono due prospettive fuorvianti sia quella dell’assoluta autonomia del mondo da Dio, sia quella di un clericalismo asfissiante. “La Chiesa deve ritrovare e intercettare la libera personalità destata dalla modernità. Agostino, con lo stile esistenziale del suo pensiero, diventa per Guardini il ponte verso la modernità”.
L’ultimo contributo è offerto da Monica Scholz-Zappa, docente universitaria di Scienze linguistiche e culturali nonché autrice del volume: “Giussani e Guardini. Una lettura originale” (fresco di stampa per Jaca Book). Anche la relatrice torna sulla citazione di Guardini, valorizzata da Giussani e ricordata da Modesto: “Nell’esperienza di un grande amore …”. E prosegue dicendo: “Il cristianesimo come avvenimento e la Chiesa come prosecuzione di questo avvenimento sono due temi fondamentali che accomunano i nostri autori”. Un’altra categoria che i due grandi educatori condividono è quella di “incontro”; entrambi gli autori hanno poi approfondito la distinzione tra religiosità e cristianesimo, senso religioso e avvenimento. “L’invito di Giussani, rivolto anche alla modernità – conclude Scholz Zappa – è quello di vivere intensamente il reale, perché questo ci apre ad un oltre”.