Rimini, martedì 21 agosto 2018 – Rapido, veloce, ironico. Stefano Meloccaro da vent’anni racconta il tennis agli italiani dagli schermi di SkySport. Conosce i tempi della narrazione, del coinvolgimento del pubblico. È divertente, preciso e storicamente inappuntabile. È come la traiettoria di un rovescio slice. Corre veloce a due dita sopra il nastro della rete e va a morire, con precisione scientifica, nell’angolo delle righe di fondo. È il colpo del re. Quello che solo, Roger Federer, ci regala sui court di tutto il mondo da più di vent’anni. Con King Roger l’antico gioco della pallacorda, codificata poi nella Old England ottocentesca, è infatti entrato dritto/dritto nel nuovo millennio, nel segno della bellezza e dell’arte. Certo sportiva, ma pur sempre arte.
Mica è casuale che presentando al pubblico il one man show di Meloccaro “Il colpo del Re. Roger Federer mi ha salvato la vita” (Salone Intesa Sanpaolo A3), Giovanni Gazzoli, coordinatore della mostra “Enjoy the Game”, abbia citato uno degli ultimi grandi romanzieri USA David Foster Wallace. Nel suo libro dedicato a Federer “Il tennis come esperienza religiosa”, Wallace scrive: “Il genio non è riproducibile. L’ispirazione, però, è contagiosa, e multiforme, e anche soltanto vedere, da vicino, la potenza e l’aggressività rese vulnerabili dalla bellezza significa sentirsi ispirati e, in un modo fugace, mortale, riconciliati.”
Eppure “Federissimo” – nomignolo preso creato dallo scriba tennistico per eccellenza Gianni Clerici – fino a vent’anni spaccava racchette e lanciava palle in tribune. Il suo talento non trovava espressione, travolto da tensione, emozioni e incapacità di gestirle. Ma lì scatta qualcosa. Come ricorda Gazzoli, Roger cambia, diventa un uomo ancora prima che un campione: “Un uomo che dalle propria passione è riuscito a imparare, soffrire, per cambiare e migliorare.”
E il racconto di Meloccaro parte proprio da quel punto di svolta. Wimbledon 2001, central court, l’allora ventenne svizzero incontra il dominatore del tennis a cavallo dei due secoli, lo statunitense Pete Sampras. Vince Roger, partono allora una seria infinita di successi e soprattutto trascina tutti nel tennis del nuovo millennio. Nello show di Meloccaro passa la cronaca di venti “Slam” in bacheca nella natia Basilea. Mai successo prima nella storia. Ed è un incontro che segna anche la vita di Meloccaro, all’epoca giovane cronista di Stream. Il giornalista scopre la sua passione. Quello che vuole seguire e raccontare agli altri: il tennis e campioni come Federer.
Ma il punto più alto della narrazione è la finale degli Australian open del 2017, giocata con Rafa Nadal. I due hanno segnato vent’anni di tennis, ma non vincono più un torneo dello Slam da anni. Per Roger l’ultimo era stato Wimbledon 2012. Ambedue arrivano da mesi da stop e si sfidano in finale per la nona volta in carriera, l’ultima era stata cinque anni prima. Vince Roger e per molti è solo un inaspettato canto del cigno. Certo ormai hanno vinto tutto, non avranno più desideri da realizzare, obiettivi da raggiungere. Saranno stufi del tennis. Invece la loro passione, il piacere di fare ciò che si ama è più forte della fatica e dell’impegno che gli richiede. Insomma, dice Meloccaro, la storia non è finita. Per credere basta guardare, oggi, la classifica mondiale dei tennisti: primo posto Rafa Nadal, secondo Roger Federer da Basilea, Svizzera.