Ripartire o rifare?

Redazione Web

Rimini, martedì 18 agosto – Seconda puntata del Talk Show Live “Dopo il Covid #quellicheripartono”, a cura di Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con AsviS, CDPCassa Depositi e Prestiti, Fondazione Symbola e Intesa Sanpaolo.

Massimo Bernardini e Enrico Castelli conducono il dibattito attorno al tema “Ripartire o rifare?”. Presenti in studio l’economista Giuseppe Folloni, Università di Trento, e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. In collegamento video l’economista Luigi Campiglio, Università Cattolica del Sacro Cuore, e in collegamento telefonico Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.

L’apertura è di Bernardini: «Riparire o rifare? Ma ci piaceva il mondo di prima?» Un video, a cura della Fondazione per la Sussidiarietà, mette bene in luce la forbice che distanzia, a livello globale, la distribuzione della ricchezza sul pianeta: negli ultimi trent’anni la differenza tra ricchi e poveri ha raggiunto livelli 9,5 volte superiori a quelli di fine anni ’80 del secolo scorso. «La vita dei poveri è peggiorata» è la sintesi di Bernardini, che sposta quindi la riflessione sulla crisi del modello liberista occidentale.

Campiglio indica i parametri che misurano oggi la povertà assoluta: «L’alimentazione per sè stessi e per i propri figli, un tetto sulla testa e l’istruzione, vero capitale da curare e incentivare». Come risolvere questa disuguaglianza? «Non è possibile diminuire la capacità di sviluppo dei paesi in crescita», risponde Folloni, ma «non vince chi corre da solo» sostiene Vittadini. Si aggiunge la voce della sociologa Chiara Saraceno, intervistata da Castelli sul tema dello svantaggio sociale che si è creato in Italia a seguito delle misure anti Covid. Per la studiosa, le misure adottate hanno penalizzato proprio le aree della società che più faticano a ottenere riconoscimento, come le donne.

Campiglio interviene: «Noi dobbiamo credere che è possibile cambiare, sostenendo le produzioni garantite con le migliori tecnologie, ma nel rispetto del pianeta. L’economia è un rapporto uomo/natura». Come correre ai ripari in questa situazione? «Chi ha causato il freno dell’attività economica deve cercare la via della ripresa: una società non vive se non è aperta al rischio». È il giudizio di Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, già intervistato da Castelli. Sempre da un’intervista previa emerge il giudizio dell’economista Lucrezia Reichilin, che auspica azioni di governo pragmatiche, scevre di ideologie e sinergiche tra aggregazioni di stati come nell’UE. È importante in questo momento un ritorno dello stato? Campiglio ribatte: «Dipende, ma chi altri se non lo Stato può entrare e creare un mercato?» Per Vittadini lo Stato in Italia mette i soldi in cose sbagliate e la burocrazia diventa paralizzante.

È ora la volta di un altro bellissimo video a cura della Fondazione per la Sussidiarietà: la storia del banchiere Amadeo Peter Giannini, figlio di immigrati italiani che ha dato vita negli USA alla più importante banca mondiale. Nemmeno il terremoto di San Francisco del 1906 ha intimorito la spinta ideale del giovane Giannini: da un piccolo banco tra le macerie ha messo a disposizione il credito per la ricostruzione, cercando la garanzia nei calli delle mani dei suoi creditori. I sogni non hanno fatto danni.
In conclusione, «Rifare per poter ripartire» per Campiglio; «Ripartire e rifare vanno assieme» per Folloni; per Vittadini: «L’imprevisto è la sola speranza e l’imprevisto è la persona. Si riparte dall’educazione».

(G.L.)

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