Rifondare il sistema sanitario

Redazione Web

Rimini, 24 agosto 2024 – “Rifondare il sistema sanitario: davvero solo una questione di risorse?”: questo il tema dell’incontro dedicato alla discussione delle criticità e delle prospettive del sistema sanitario nazionale italiano che si è tenuto al Meeting alle ore 19:00 nella Sala Gruppo FS C2.

Presenti Massimo Angelelli, direttore Ufficio nazionale per la pastorale della salute; Michele Castelli, professore di politica sanitaria all’Università Milano Bicocca e membro della Fondazione per la Sussidiarietà; Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia; Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana; Domenico Mantoan, direttore generale di AGENAS-Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. In occasione dell’incontro, è stato proiettato un video-intervento di saluto da parte di Orazio Schillaci, ministro della Salute. A moderare l’evento è stato Marco Trivelli, rappresentante di Medicina e Persona.

Una riflessione sulla sostenibilità del sistema sanitario

Marco Trivelli ha introdotto i lavori parlando della centralità del Sistema sanitario nazionale-SSN nella vita del Paese e il valore inestimabile che rappresenta per la società italiana. Egli ha ricordato come la creazione del SSN, avvenuta 45 anni fa, sia stata il risultato di una coscienza collettiva mossa dall’idea che “la vita vale e vale che venga curata”. Oggi però è evidente a tutti che il Sistema sanitario sia sottoposto a sfide significative: «Siamo in una situazione in cui sembra che il nostro sistema sanitario non abbia la capacità di rispondere integralmente ai bisogni che la nostra popolazione ha», ha affermato Trivelli.

Trivelli ha poi evidenziato come il tema della sanità sia stato uno dei più discussi nel corso di questa edizione del Meeting di Rimini, con testimonianze che hanno toccato vari aspetti della cura e della salute, dalla psichiatria alla genetica, fino alla formazione dei giovani medici. Ha sottolineato come, nonostante le molte riforme attuate nel corso degli anni, il sistema sanitario nazionale si trovi oggi a un bivio, in cui è necessario interrogarsi sul futuro della sanità in Italia e su come garantire una copertura universale e accessibile per tutti.

Le risorse: problema centrale

Per Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, la crisi del sistema sanitario nazionale è principalmente una questione di risorse: «In Europa vediamo che la media tra i 27 paesi dell’Unione Europea è dell’8% del prodotto interno lordo di risorse destinate alla sanità, mentre in Italia siamo al 6,2%», ha dichiarato Giani, evidenziando come questo divario di investimenti si traduca in carenze strutturali e difficoltà operative, particolarmente evidenti nelle liste di attesa e nella copertura delle aree interne. Giani ha inoltre discusso la necessità di riformare il sistema di accesso alla professione sanitaria, in particolare abolendo il numero chiuso per le facoltà di medicina, per garantire un maggior numero di professionisti qualificati in un momento in cui la domanda di cure è in costante aumento.

Giani ha anche sottolineato l’importanza di adeguare il sistema sanitario nazionale ai cambiamenti demografici e tecnologici, anche perché l’aumento dell’aspettativa di vita e l’evoluzione delle terapie richiedono un maggiore impegno finanziario: «La questione delle risorse è sempre più necessaria in un Paese che per fortuna aumenta il livello medio di aspettativa di vita», ha affermato, spiegando che l’invecchiamento della popolazione comporta un aumento dei costi per il sistema sanitario, costi che devono essere sostenuti se si vuole mantenere un livello di assistenza adeguato.

Giani ha poi evidenziato la necessità di garantire un accesso equo alle cure per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica o dal luogo di residenza: «L’articolo 32 della Costituzione ci dice che la salute è diritto fondamentale del cittadino e interesse della comunità», ha ricordato.

Criticità e potenzialità del sistema sanitario

Michele Castelli ha fornito un’analisi dettagliata del sistema sanitario italiano: «L’Italia si colloca relativamente bene su parecchi indicatori, come l’aspettativa di vita e la mortalità evitabile, dimostrando che il nostro sistema sanitario, pur con risorse limitate, riesce a garantire buoni risultati», ha affermato. Tuttavia, ha anche messo in luce le diseguaglianze territoriali e sociali che caratterizzano il Paese, con significative differenze nell’accesso e nella qualità delle cure tra le diverse regioni.

Castelli ha inoltre discusso il problema del personale sanitario dove l’invecchiamento della forza lavoro e la mancanza di giovani medici e infermieri rappresentano una sfida crescente: «L’Italia ha il tasso più alto dell’OCSE di medici over 55, e questo rende il ricambio generazionale una questione urgente», ha spiegato. Egli ha poi suggerito che, per affrontare queste sfide, sia necessario un ripensamento complessivo del sistema, che includa una maggiore integrazione tra ospedale e territorio e una revisione dei modelli organizzativi. Tuttavia, per Castelli il sistema sanitario italiano, pur essendo sottofinanziato rispetto ad altri Paesi europei, riesce comunque a ottenere risultati notevoli, grazie a una gestione oculata delle risorse e all’impegno del personale sanitario. Ma senza un aumento degli investimenti sarà difficile mantenere questi standard nel lungo periodo, soprattutto alla luce delle sfide demografiche e tecnologiche che il sistema dovrà affrontare.

Riforma culturale oltre che strutturale

Per Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, la questione delle risorse, pur importante, non è l’unico problema del sistema sanitario. C’è bisogno di una riforma culturale che cambi il modo in cui i cittadini si approcciano alla salute e alla sanità: «Bisogna far capire ai nostri cittadini che non è solo l’ospedale il punto di riferimento, ma che esistono altri servizi sul territorio che possono fornire cure adeguate», ha dichiarato Fontana. Una riforma del sistema sanitario deve quindi includere anche un cambiamento nel comportamento dei cittadini e una maggiore responsabilizzazione dei professionisti sanitari.

Per il presidente della Regione Lombardia occorre dunque rivedere il concetto di responsabilità professionale dei medici per ridurre il ricorso alla medicina difensiva che contribuisce all’aumento dei costi e all’inefficienza del sistema. Ma, rovescio della medaglia, occorre anche migliorare le condizioni di lavoro e gli stipendi del personale sanitario per evitare la fuga di medici e infermieri verso altri Paesi, un problema particolarmente sentito nelle regioni di confine come la Lombardia.

Fontana ha anche evidenziato come sia fondamentale migliorare l’integrazione tra i diversi livelli di assistenza, promuovendo una maggiore collaborazione tra medici di base, ospedali e strutture territoriali: «L’ospedale non deve essere l’unico centro di riferimento per la sanità, ma deve lavorare in sinergia con i servizi sul territorio per garantire una presa in carico completa del paziente», ha affermato.

Valorizzazione delle risorse umane ed efficienza del sistema

Per Domenico Mantoan, direttore generale di AGENAS, bisogna valorizzare le risorse umane all’interno del sistema sanitario all’interno del quale il problema della carenza di personale è una delle principali criticità da affrontare: «Senza infermieri il sistema sanitario non funziona», ha affermato Mantoan, evidenziando come sia fondamentale rendere più attrattiva la professione infermieristica, sia dal punto di vista retributivo che delle condizioni di lavoro.

Mantoan ha poi discusso l’importanza di investire nella formazione e nella specializzazione del personale sanitario, sottolineando che la qualità delle cure dipende in gran parte dalle competenze dei professionisti. Ha inoltre richiamato la necessità di riformare i modelli organizzativi, promuovendo una maggiore integrazione tra ospedale e territorio e sfruttando al meglio le potenzialità offerte dalla tecnologia e dall’innovazione.

Ha inoltre posto l’accento sull’importanza di affrontare le sfide demografiche, evidenziando come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche richiedano un ripensamento complessivo del sistema sanitario. «Dobbiamo trovare nuovi modi per garantire l’accesso alle cure in un contesto in cui la domanda di servizi sanitari è in costante crescita», ha affermato Mantoan, suggerendo che l’adozione di nuove tecnologie e l’innovazione organizzativa possano offrire soluzioni efficaci a queste sfide.

Ricostruire la fiducia nel sistema sanitario

Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute, ha concluso il convegno parlando di ricostruire la fiducia tra i cittadini e il sistema sanitario. L’esperienza del Covid-19 ha infatti messo in luce le fragilità del sistema ed ha generato una crisi di fiducia che, invece, è un elemento essenziale per il buon funzionamento del sistema sanitario: «Dobbiamo ripartire dal recupero di una relazione strutturale tra sistema curante e popolazione».

Egli ha infine richiamato l’attenzione sull’importanza di preservare il carattere universalistico del sistema sanitario nazionale: «Il sistema sanitario nazionale è un patrimonio che dobbiamo difendere e aggiornare per rispondere alle sfide del presente e del futuro», ha concluso Angelelli.

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