“Negli ultimi dieci anni le Regioni hanno dato dimostrazione di vitalità per quanto riguarda il tema dell’innovazione e della ricerca, hanno fatto molto di più dello Stato centrale”. È iniziato con queste parole di Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle Opere, l’incontro tenutosi oggi nella Sala Mimosa della Fiera di Rimini sul tema “Regioni e innovazione”. All’appuntamento erano presenti Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, e Adriano De Maio, presidente dell’Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia (IRER).
Dopo l’introduzione di Vignali, il primo intervento è stato quello di De Maio: “Nessuno si chiede mai perché dobbiamo investire sull’innovazione e la ricerca. Alcune regioni italiane l’hanno fatto, perché negli ultimi tempi è aumentata enormemente la competitività tra i territori. Lì dove si riesce ad attrarre risorse c’è sviluppo, altrimenti c’è abbandono”. Il presidente dell’IRER ha quindi proseguito spiegando quali sono le risorse fondamentali per lo sviluppo di un territorio: “le persone, gli investimenti e le attività produttive che derivano da questi ultimi”. Oggi le barriere alla mobilità si sono ridotte per queste risorse. “C’è un’unica cosa che non si può muovere: il territorio – ha spiegato De Maio – Il primo obiettivo di chi governa è attrarre le risorse per lo sviluppo del territorio. La ricerca e l’innovazione sono uno strumento, non la finalità”. Alla base di ogni discorso sull’innovazione, secondo De Maio, ci deve essere perciò una precisa scelta politica: “Ci dobbiamo chiedere: noi “territorio x” fra “x anni” che cosa vorremo essere? Qual è il nostro ruolo futuro? Ora come ora, questo approccio è seguito più a livello regionale che non a livello di Unione Europea e di singoli stati. Anche la ricerca e l’innovazione richiedono una scelta, le risorse sono limitate e non si può fare tutto”.
Duccio Campagnoli ha ricordato il recente accordo tra le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte su ricerca e innovazione, estendo poi il discorso ad un contesto più ampio: “Siamo in presenza di un mutamento che deriva dall’economia globale, cresce la capacità competitiva di economie che sanno produrre a costi inferiori – ha spiegato Campagnoli – Dobbiamo essere preoccupati, ma sarebbe sbagliato immaginare un’industria italiana in declino irreversibile; bisogna vedere le energie che possiamo mobilitare”. In particolare, è importante conoscere meglio la realtà dei diversi territori italiani, secondo l’assessore: “Anche nelle mutate condizioni, questi ultimi anni ci consegnano dei risultati che vedono un aumento della capacità innovativa e di cambiamento della piccola-media impresa. L’Emilia-Romagna ne è una testimonianza: quella che si può chiamare la nostra “nuova industria” ha realizzato risultati molto significativi. Ma l’impresa non potrà ottenere risultati duraturi se l’intero sistema non farà dei passi avanti. L’investimento più importante deve essere fatti sui beni immateriali, che sono ricerca, innovazione ed educazione”.
M. Cap.
Rimini, 20 agosto 2007