Performance teatrale di Andrea Carabelli. Testi di Paolo Campoccia
Una performance teatrale di Andrea Carabelli ha chiuso alle 13.45 la settimana di incontri del Meeting allo spazio Federlegno Arredo del padiglione C1. Protagonista il legno nella storia della narrazione dell’umanità fin dai racconti mitologici dell’antica Grecia, come quello raccolto da Ovidio ne “Le Metamorfosi” di Driope, sposa di Andremone che, con il figlioletto Anfisso, coglie dei fiori da una pianta di loto sulla riva di uno stagno: dall’albero in questione fuoriesce sempre del sangue, poiché in esso un tempo si era nascosta la ninfa Lotide per sfuggire alle voglie di Priapo. La bellezza, sta, è come un albero.
“Il tiglio era chiamato albero di giustizia, poiché sotto di esso si riunivano i reggitori delle comunità, il gelso sapientissimo perché dava lunga maturazione ai frutti, gli innamorati consacravano la loro unione sotto un albero di noce, la quercia era intangibile, consacrata alla divinità, e detta “albero felice”. Furono i primi templi sotto cui si pregava. Il nostro sguardo di fronte ad un bosco si rivolge naturalmente al cielo oltre quella selva di bellezza. Gli alberi Inducono a una silente e stupita preghiera. Il legno vive, vede e impara. ‘C’era una volta la bottega di un falegname…’”.
Come impara il piccolo Gesù nella bottega di Giuseppe, è il bene a fare al differenza: “Fare il bene, l’opera è in rapporto con il cuore. Non il legno, ma il cuore umano, è la materia da lavorare”.