RACCONTARE LA REALTÀ

Press Meeting

“La verità è semplice ed è facile riconoscerla, perché ha un suo splendore e parla da sola. Quando non parla è perché qualcuno le ha tappato la bocca”. Su questa affermazione di Antonio Preziosi, direttore di Radio uno e Gr Rai, si sono ritrovati gli altri suoi due colleghi, Roberto Napoletano del Sole 24Ore e Marco Tarquinio di Avvenire, alle prese, insieme al moderatore Alberto Savorana, con un tema da sempre decisivo per chi fa il giornalista: raccontare la realtà. Ma per riconoscerla, hanno convenuto tutti e tre, occorre avere uno sguardo limpido e superare la pigrizia del giornalista collettivo che, invece di “scavare” (verbo molto caro a Napoletano) alla ricerca della notizia, o fare verifiche puntuali, come ha richiesto Preziosi, preferisce gli schemi autoreferenziali, che rimbalzano da un giornale all’altro e finiscono per sostituirsi alla realtà. “Gran brutta cosa la pigrizia strisciante di tanto giornalismo italiano – ha denunciato Tarquinio – che invece di fare inchieste per conto proprio diventa la cassa di risonanza delle procure”. Tarquinio si è dichiarato un “garantista estremo” ed è andato giù duro contro “la difesa d’ufficio di tanti miei colleghi dell’uso abnorme delle intercettazioni e della mediatizzazione dei procedimenti giudiziari, che infrangono i più elementari diritti costituzionali”.
Savorana aveva provocato i suoi ospiti con una citazione del cardinale di Milano, Angelo Scola, che, incontrando i giornalisti lombardi, li aveva invitati a non spacciare il verosimile per vero. Come esempio di questo “scambio”, Savorana aveva proposto i tanti articoli scritti alla vigilia, che pretendevano di vaticinare come avrebbe dovuto essere il Meeting.
Le risposte hanno preso spunto dalla notizia per eccellenza di questi ultimi tempi e cioè la crisi economica e dal modo con cui viene raccontata. Napoletano ha puntato il dito contro chi, per mesi, ha negato l’esistenza della crisi, invitando a non dare mai nulla per scontato e “a non chiudere gli occhi” nei confronti della realtà, assumendosi la responsabilità di decisioni professionalmente impegnative. Per Tarquinio, la prima verità è che la realtà è sempre un avvenimento, mai uguale a se stesso; la seconda è che al centro della realtà ci sono uomini e donne concreti, persone precise, alle prese con i problemi e i drammi di tutti i giorni e non categorie astratte. Non bisogna perdere il rapporto fra il particolare e il contesto, fra la totalità ed il dato contingente, come amava dire don Giussani ai suoi amici giornalisti. “Questo occorre tener presente quando si scrive”, ha aggiunto il direttore di Avvenire, trovando conferma nei suoi due colleghi. Preziosi ha descritto il lavoro di “copertura” minuziosa, da radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, di importanti fatti di cronaca (la bomba di Brindisi) o di fenomeni di cui tutti facciamo le spese (appunto, la crisi), per mettere gli ascoltatori dentro e a contatto con la realtà. Napoletano ha rivendicato l’importanza della scelta di “spiegare a tutti l’economia, perché l’economia sta cambiando la vita di tutti”.
È toccato poi a Tarquinio mettere in guardia dal far coincidere la realtà con quello che scrivono i giornali. Il direttore di Avvenire si è chiesto quanta parte della crisi non sia il frutto dell’idea martellante secondo cui viviamo sotto un cielo nero e basta. “Se il mondo fosse quello che raccontano i quotidiani – ha detto – saremmo finiti da un pezzo”. Invece, accanto “a chi vuole spolpare l’Italia, alla disoccupazione, ai prezzi che crescono e allo spread che vola, ci sono un Paese solido, imprenditori che resistono, gente che fa impresa senza fini di lucro, un’economia di comunità che ha fatto grande e bello il nostro Paese”. Di tutto questo occorre parlare e scrivere, “adesso che la politica è stata messa all’angolo da poteri finanziari ed economici che non rendono conto di niente a nessuno”.
A proposito della verità, Savorana ha ricordato che don Giussani invitava tutti, giornalisti compresi, ad amarla più di se stessi, perché questa è la vera moralità. E nel caso che l’amore a se stessi prendesse il sopravvento, il sacerdote milanese esortava ad avere il coraggio di cambiare per rimediare agli errori.

(D.B., M.B.)
Rimini, 21 agosto 2012

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