Quando pace e unità sono possibili: la testimonianza del beato José Gregorio Hernández

Redazione Web

Quando pace e unità sono possibili: la testimonianza del beato José Gregorio Hernández

 

Rimini, 22 agosto 2023 – José Gregorio Hernández (1864-1919) è stato un medico e religioso venezuelano. Venerato come un santo in Sud America per la sua attività benefica, è stato proclamato beato nel 2021 in seguito a una guarigione miracolosa avvenuta nel 2017 e attribuita alla sua intercessione. Compì parte dei suoi studi di medicina in Europa e in seguito fece una brillante carriera universitaria in Venezuela. Uomo coltissimo, intraprese vari percorsi per consacrare la sua vita a Dio e spese la sua esistenza nell’assistenza dei più poveri come medico. Morì a Caracas il 29 giugno 1919, vittima di un incidente stradale, mentre si stava recando a visitare un ammalato.

L’incontro “Quando pace e unità sono possibili: la testimonianza del beato José Gregorio Hernández”, moderato da Alejandro Marius, Presidente di Trabajo y Persona, curatore della mostra “Il Medico del popolo. Vita e opera di José Gregorio Hernández”, è seguito da una folta platea in sala e da numerose persone collegate in streaming dal Venezuela.

Il moderatore nell’introdurre dice: «Immaginate un funerale con un milione di persone che accompagna fino al cimitero il feretro di José: non hanno seppellito un uomo, ma un ideale umano. Tutti abbiamo desiderato di essere più buoni al passaggio del feretro. Una persona che è stata un fattore di unità per il popolo venezuelano».

S.Em. Card. Baltazar E. Porras Cardozo, arcivescovo metropolita di Caracas, Venezuela, asserisce che «la vita di un santo a volte appare poco attraente. Quella di José Gregorio, medico del popolo, è stata straordinaria. Proveniente da un piccolo villaggio sperduto delle Ande, José Gregorio ha due vite: una dalla nascita alla morte e la seconda dopo la sua morte, potremmo dire una risurrezione.  Il suo messaggio ci interpella, è un fattore unificante. Inviato dal padre in città, divenne uno scienziato di fama internazionale senza scordare le sue umili origini. Fede, scienza e umanità si univano a tantissimi interessi. Ma soprattutto una grande passione per i poveri. Papa Francesco lo ha nominato copatrono della cattedra in scienze della pace dell’università Lateranense. Ha generato numerose conversioni interessando personalità di svariate religioni. Il Papa ci invita a seguire l’esempio di José Gregorio per essere capaci di perdonarci vicendevolmente».

José Manuel Chema Colmenarez, Direttore Clinica ONG (Oidos, Nariz y Garganta), Barquisimeto, Venezuela, interviene sul lavoro sociale dei medici venezuelani, raccontando che «quando aveva 4 o 5 anni i miei genitori mi portavano nel villaggio di José Gregorio per chiedere la grazia per la mia salute». «Frequentando questi luoghi siamo stati ispirati come medici ed io sono stato il primo medico specializzato del mio villaggio. Oggi siamo più di 100 medici specializzati nella clinica ONG e facciamo oltre 500 interventi chirurgici all’anno, tutto gratuitamente.  È nata una amicizia e una collaborazione con altre associazioni e delle attività in comune in un paese lacerato e in grande difficoltà. Ma il bene comune esiste ed è contagioso grazie all’intervento di José Gregorio»

Chiara Locatelli, neonatologa policlinico Sant’Orsola, Bologna, riprende alcuni aspetti della vita del beato José Gregorio chiedendosi «cosa farebbe il beato José ora davanti a questa mamma in terapia intensiva con sua figlia? Il beato José aveva una fortissima preparazione scientifica ma imparava anche dagli altri: aveva infatti dei rapporti forti con i suoi maestri, una amicizia, una comunione per imparare uno sguardo diverso sul paziente. Difronte alla sofferenza e al desiderio di condividere il dolore si è in difficoltà ma esistono dei luoghi come l’associazione “Mongolfiera” per i bambini con la sindrome di down, dove io posso avere una speranza». Locatelli racconta di un babbo e una mamma in attesa di un bimbo con sindrome di down con una cardiopatia che diceva di «essere stato aiutato dal “gancio”, una fraternità o una associazione, altri che portano con te questa sfida. José Gregorio ha creato una comunità che accoglie e accompagna così come il meeting».

Franco Nembrini, scrittore ed insegnante, studioso di Dante, interviene sul tema “vocazione e popolo” dicendo che sente il popolo venezuelano vicino. Racconta di «una donna venezuelana che ha studiato Dante scoprendo che la divina commedia ha molto da dire alla loro condizione». Nembrini afferma che «la vita di José Gregorio mi ha colpito perché c’è una similitudine tra Cristo che si fa uomo per interessarsi a noi e il medico che si prende cura dell’uomo: che questo beato sia un medico, come Moscati, è un inno all’incarnazione. C’è una rivalutazione del corpo, della materia, dopo una deriva protestante che li escludeva. La chiesa ha riscoperto una santità ordinaria, non solo quelle delle monache di clausura o dei preti, ma quella dei santi laici e dei consacrati. Si tratta di un beato icona di una unità altrimenti impossibile. Il santo genera il popolo cristiano dove tutta l’umanità sarà salvata. Il beato José muore il giorno della firma del trattato di Versailles che sancisce la fine della Prima guerra mondiale».

Il moderatore suggerisce a tutti i presenti di visitare la mostra presente al meeting per approfondire ulteriormente la figura del beato José Gregorio.

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