QUALE STATO GIURIDICO PER L’INSEGNANTE DELLA RIFORMA

Press Meeting

Per la prima volta due rappresentanti dei maggiori partiti politici (Forza Italia e Democratici di Sinistra) dialogano al Meeting su un tema che ad esso è molto caro come l’educazione. All’incontro promosso da DIESSE, in collaborazione con Federazione Impresa Sociale e Compagnia delle Opere, hanno partecipato Giuseppe Meroni, IRRE Lombardia, Paolo Santulli, Deputato al Parlamento Italiano di Forza Italia, Andrea Ranieri, Responsabile Scuola dei Democratici di Sinistra, Mario Mauro, Responsabile Scuola di Forza Italia e Vice Presidente Commissione Cultura al parlamento Europeo.
Il principio della libertà di educazione non può essere ridotto a mera idealità, ha detto Meroni introducendo i lavori, ma deve tradursi in contenuti ed azioni regolate anche dal punto di vista legislativo. Nella scuola di oggi sembra ci sia il terrore dell’identità: noi vogliamo poter dire “io” e insegnare con libertà, perché pensiamo che la scuola sia la più grande opera pubblica. L’insegnante però, ha continuato Meroni, è senza stato giuridico e noi da anni ci battiamo affinché si passi dall’impiegatismo al professionismo.
La maggior parte degli uomini che desiderano giorni felici, ha cominciato Santulli, passa per la scuola. Il mio impegno parlamentare tiene conto dell’esperienza vissuta nel mondo scolastico e che mi vede oggi promotore, assieme ad altri colleghi, di una proposta di legge appunto sullo Statuto dei diritti degli insegnanti: una proposta che mira essenzialmente a riportare il dibattito politico attorno ai valori della loro condizione, ad aprire la discussione sul passaggio dallo stato di dipendenti pubblici a quello di professionisti specializzati, ad aiutare tutti gli attori responsabili del sistema scolastico a fare un passo avanti nella concezione dell’insegnamento, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di carriera, la selezione, il reclutamento e la valutazione. Senza una ridefinizione del ruolo degli insegnanti la scuola resta attaccata al palo. Nel merito la proposta di legge si compone in otto articoli: la funzione del docente rivolta a contribuire allo sviluppo delle giovani generazioni, quale primaria risorsa professionale della nazione, facendo uscire la professione docente dall’ambito meramente lavoristico per entrare a far parte delle professioni qualificate, tutelate e valorizzate per legge; la carriera degli stessi insegnanti attraverso vari livelli (tirocinante, ordinario ed esperto); il ruolo di dirigente può essere svolto solo dopo concorso e solo dai docenti esperti; il tema della rappresentanza professionale che partecipa alle decisioni sul sistema nazionale di istruzione, attraverso organismi a livello nazionale e regionale; la promozione dell’attività associativa come dimensione della professione docente ed esercizio della libertà di insegnamento; in quanto professionisti specializzati, godere del potere di contrattazione, così da uscire dal carattere impiegatizio al pari degli altri lavoratori che a vario titolo lavorano all’interno del servizio scolastico.
Anche Ranieri ha esordito dicendosi contento di questo primo vero inizio di dialogo su un tema così importante, puntando la sua relazione sui dubbi che questa proposta di legge relativa allo stato giuridico degli insegnanti suscita. L’autonomia è la vera grande riforma da portare avanti, ha proseguito Ranieri, affinché il sapere sia avvertito come importante da tutti, in modo da recuperare efficacemente concetti come quelli di libertà e solidarietà. Un sapere che serva per tutta la vita, scavalcando dunque la logica delle età dello studio, della formazione e del lavoro. La scuola, ha ribadito Ranieri, non può entrare in una logica liberista e di mercato, ma deve rimanere un servizio per assicurare a tutti le condizioni di cittadinanza. È chiaro che ci sono delle difficoltà, ma non vorrei che questa proposta di legge diventi l’ennesimo tentativo di riforma che in realtà non porta a nessun cambiamento. Il reclutamento e la costituzione di un albo professionale non possono essere risposte positive se non rispondono ai bisogni effettivi: in altre parole, ha detto Ranieri, non è possibile redigere un albo che diventi una lista ufficiale del precariato. Sembra a mio avviso, ha proseguito, che si voglia ridisegnare un professionista sui generis, molto più vicino ai professionisti dell’organizzazione che non a ciò che effettivamente serve alla scuola. Ma il punto importante è la questione delle risorse, del modo con cui reperire risorse e non pensare ai tagli, per poter investire sulla scuola piuttosto che sul ponte dello Stretto.
Lo stesso on. Mauro è intervenuto sottolineando di essere d’accordo sulla questione delle risorse, dicendosi contento di destinare più soldi non a chi fa più riunioni, ma a chi si assume la responsabilità di educare. Lo Stato non può essere il solo a rispondere su urgenze come la scuola e la sanità, per cui la riforma non può escludere i soggetti cui è diretta. L’auspicio di un vero ed ampio dialogo sullo stato giuridico serve perché è rivolto al destino di una generazione.

G.F.I.
Rimini, 28 agosto 2003