QUALE FUTURO PER L’ENERGIA

Press Meeting

Il Parlamento Europeo ha fissato l’obiettivo del 25% come quota di energia prodotta da fonti rinnovabili per l’anno 2020 . L’Italia, che oggi è al 4%, potrebbe raggiungere rapidamente l’obiettivo con la realizzazione di 3 centrali nucleari e con l’impiego di risorse pari a due “tesoretti”.
Nell’incontro tenutosi oggi al Meeting di Rimini e condotto da Paolo Togni,. presidente di “ViVA- per la diffusione di una corretta conoscenza ambientale”, accanto al richiamo ad investire sempre di più nelle fonti di produzione di energie rinnovabili – eolica, fotovoltaica, di biomassa, idroelettrica – la necessità di valorizzazione del nucleare è emersa senza mezzi termini. In una discussione senza accenti ideologici, si sono anche valutate quali condizioni di sostenibilità permetterebbero al nostro paese di conseguire il così virtuoso obiettivo europeo.
Petrolio e gas sono tipici di un mondo dell’energia ancora lontano da vere condizioni di mercato e quindi di competitività, ha sottolineato il prof.. Carlo Andrea Bollino. Non solo il petrolio appartiene di fatto in esclusiva ad un “cartello” arabo, ma anche per il gas si assiste in Europa alla corsa di singole nazioni ad accaparrarsi accordi per acquisti privilegiati con i maggiori produttori e in particolare con Russia favorendo l’affermazione di una situazione di monopolio.
Per raggiungere l’obiettivo del 25% di energia con fonti rinnovabili attraverso il fotovoltaico, occorrerebbe occupare con i relativi impianti notevoli spazi (lo 0,07 per cento del territorio nazionale secondo un rapporto di 10 mq/1 volt prodotto), con esiti non sostenibili per il costo economico oltre che per l’impatto paesaggistico. Problemi analoghi comporterebbe la conversine alle biomasse per la produzione di olio vegetale. Secondo il prof. Umberto Di Matteo, direttore dell’IPASS, che ha illustrato questi profili, l’energia eolica è quella che offrirebbe la maggiore sostenibilità per il territorio italiano.
Affinché l’investimento nelle fonti rinnovabili sia produttivo, occorre anche la maturazione di una adeguata imprenditorialità, ha sottolineato Paolo Paoletti, direttore di Sorgenia. Oggi c’è ancora molta iniziativa speculativa nel settore idroelettrico, su cui si sono riversati capitali provenienti dal settore immobiliare in vista di guadagni anche notevoli (facendo tra l’altro persino lievitare il valore di centrali abbandonate o comunque di antica data).
È invece necessario puntare su quella produttività impiantistica (pali, pannelli, componenti per turbine) che paesi vicini in particolare la Germania e la Spagna hanno già raggiunto, divenendo nazioni leader in questo settore, con effetti significativi anche per l’occupazione. In Italia invece si cedono all’estero complessi industriali o tecnologie di valore, restando solo costruttori di una componentistica che viene così assemblata e meglio sfruttata dai nostri partner europei a profitto delle loro economie nazionali. Inoltre i tempi burocratici sono lunghi: occorrono 5 anni per la preventiva autorizzazione di un campo eolico e 10 anni per una centrale idroelettrica.
Per Mario Saporiti, intervenuto in rappresentanza dell’ANEV, oltre a una doverosa attenzione al nucleare – considerati i progressi ottenuti nel tanto temuto problema dello smaltimento delle scorie – occorre anche promuovere il superamento di pregiudizi e reattività delle popolazioni locali sulla localizzazione degli impianti energetici. La politica ha il grave compito di prendere decisioni, ma anche di attuarle, ha aggiunto Saporiti, ricordando le difficoltà di applicazione della legge 387/2003.
L’on. Stefano Saglia, Vice Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, ha sottolineato che i notevoli investimenti già stanziati con le leggi finanziarie non riescono a far decollare il settore. Occorre favorire una convergenza di iniziative e volontà imprenditoriali che permetta di svilupparci e divenire competitivi con i paesi europei più avanzati: paesi che proprio per questo riescono a determinare gli indirizzi comunitari ai quali l’Italia deve poi corrispondere.

M. B.
Rimini, 21 agosto 2007