Rimini, 24 agosto – L’integrazione fra i sistemi sanitari per favorire una diminuzione e sostenibilità della spesa nazionale sui farmaci e aumentare l’erogazione, la qualità dei servizi, per raggiungere tutti i cittadini, anche delle aree più disagiate, questo è l’obiettivo, raggiunto, dell’incontro delle 12.30, in Arena Meeting Salute C3, dal titolo “Pubblico, privato e non profit: spunti per un nuovo welfare sanitario integrato”. I partecipanti: Marco Bacchini, presidente Federfarma Verona e membro del consiglio di presidenza di Federfarma nazionale; Nino Cartabellotta, presidente Fondazione gruppo Italiano per la medicina basata sulle evidenze (GIMBE); Giuliano Gargioni, medico e membro del comitato etico di OMS per la revisione dei protocolli di ricerca; Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici. Ad introdurre gli interventi: Luca Pesenti, ricercatore di sociologia all’Università Cattolica di Milano, direttore della ricerca di ODF di Fondazione Banco Farmaceutico.
Nell’intervento di Cartabellotta si è entrati subito nel cuore della questione: “il sistema sanitario na-zionale costa troppo ai cittadini con un divario sproporzionato fra spesa per i consumi e ricavi da tic-ket e altre voci”. Il no-profit rappresenta un grande contenitore, ma bisogna scindere fra quello vero e quello camuffato. “Quello vero – rimarca il relatore- non gode dei benefici fiscali, proprio su questo aspetto attendiamo il varo della legge Gadda contro lo spreco farmaceutico e alimentare. Il rapporto annuale Gimbe va nella direzione di fare trasparenza intorno a tutto il mondo del no-profit”.
Del ruolo sociale delle farmacie ha parlato Bacchini che presiede la federazione dei farmacisti a Ve-rona, una realtà tipica della provincia italiana, frammentata fra centri urbani, aree rurali, collinari o montane. “Qui è molto forte la collaborazione con il Banco Farmaceutico, dai dieci punti vendita dell’inizio, in vent’anni siamo a 160 farmacie aderenti alla giornata nazionale a febbraio con un ciclo di attività sia col banco, sia con altre associazioni spalmate su tutto l’anno. La presenza – aggiunge – è capillare ma si completa con altre iniziative no-profit, quali la consegna a domicilio, in particolare nei centri storici dove la solitudine degli anziani è un fenomeno diffuso”.
Per Hausermann: “I farmaci generici costituiscono il cinquanta per cento dei farmaci donati e distri-buiti dal Banco Farmaceutico nel nostro paese in quanto favoriscono la sostenibilità complessiva dei costi. Ma non basta. La loro diffusione infatti riguarda particolarmente le regioni del nord mentre è meno diffusa al sud. Il Meeting è il luogo delle proposte – aggiunge – la mia è quella di stabilire un cronoprogramma di lavoro su base annua insieme al mondo del no-profit per stabilire dove e come intervenire. Intanto in agenda al primo posto delle cose da fare c’è l’attivazione della legge sullo spreco, a cui abbiamo fatto riferimento”.
Un quadro preciso della situazione internazionale è stato offerto da Gargioni, che dall’osservatorio di Ginevra dell’OMS è in grado di giudicare globalmente cosa avviene, in particolare nei paesi delle aree africane e asiatiche. Per evidenziare la portata del problema porta due esempi: il primo è quello dello Swaziland, in Africa: “Qui – dice – c’è la più alta percentuale del continente di malati di Aids e una grave situazione epidemiologica. I numerosi malati sono lavoratori delle miniere in Sud Africa, giunti nel paese d’origine quando la malattia è uno stadio avanzato, vanno a morire nella savana, a curarli sono le suore che, fra mille difficoltà, raggiungono luoghi sperduti. Con il governo del paese – incalza Gargioni – abbiamo raggiunto un accordo di partenariato per una equa distribuzione di risorse e mezzi per curare gli sfortunati”. Altro esempio portato che evidenzia una buona sinergia fra pubblico privato e non profit è quello della Thailandia, “paese dove si raccolgono numerosi malati di tubercolosi e altre gravi patologie provenienti da Birmania, Laos, Cambogia, dove l’assistenza sanitaria è più carente. Anche in questo caso – aggiunge il relatore – collaboriamo fattivamente con i governanti per aiutare tutti secondo un principio di convenienza e di integrazione dei servizi sanitari”.
Gargioni conclude con un interessante riferimento alla dottrina sociale della Chiesa che “affronta efficacemente i bisogni delle popolazioni costruendo “ponti” di dialogo fra tutti i livelli della società civile. Con l’ideologia gli accordi non si fanno, si fanno con le giuste e concrete richieste di bene comune”.