PRESENTAZIONE DEL LIBRO: VOLTI E STUPORE: UOMINI FERITI DALLA BELLEZZA DI FABIO CAVALLARI E MARIA GLORIA RIVA

Press Meeting

Cosa può esserci in comune tra un comunista (di Rifondazione), una suora di clausura ed un musulmano laico, da anni impegnato in un giornalismo etico? Apparentemente nulla. “Ma se ragioniamo in termini di categorie, per schemi, si giunge alla distruzione dell’umano”, è il grido allarmato di Fabio Cavallari, nell’incontro di presentazione del libro “Volti e stupore: uomini feriti dalla bellezza”, il libro scritto da lui e da suor Maria Gloria Riva, con la prefazione di Magdi Allam. In comune c’è l’umano, di più: “la difesa dello stesso concetto di umano”. Su questo nasce un’amicizia. Anzi, il libro stesso nasce proprio da questa amicizia tra persone diversissime tra loro, che trovano una corrispondenza impensabile all’inizio.
“Il libro si sostanzia in un incontro”, dice infatti Magdi Allam, presentando questa raccolta di racconti scritti da Fabio Cavallari, “chiosati” dalle lettere di suor Maria Gloria Riva e illustrati con famosi quadri d’autore scelti da questa suorina vivacissima, studiosa d’arte, una “calamita umana”, come l’ha definita Allam, che ha uno sguardo che trasmette quella pace che solo chi pone il suo cuore nel cuore di Dio, nella costante adorazione, può trasmettere.
“Tutto è nato, infatti – racconta Magdi Allam – da un incontro, anzi da più incontri; prima con don Gabriele Mangiarotti, poi con suor Maria Gloria, una persona straordinaria che incarnava dei valori profondi e percepiva se stessa come strumento per veicolare tali valori e radicarli negli altri”.
E così accade che “tre persone, apparentemente distanti, trovino tra loro una sintonia perché, affrancate da stereotipi, trovano ancoraggio in valori che sostanziano l’umanità: il valore sacro della vita, il rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà. Rispetto a questo, le differenze sono accessorie”, conclude Allam.
Fabio Cavallari, ricollegandosi alle parole dell’amico Magdi, ha sottolineato come la modernità stia cercando di ridefinire il concetto stesso di uomo, in relazione ai temi della vita (fecondazione) e della morte (eutanasia). Per questo è necessaria oggi una battaglia in difesa del senso stesso di uomo, di cui va riaffermata la sacralità: sacro vuol dire “indisponibile”, non modificabile a nostro piacimento. Nella difesa del concetto di umano è possibile l’unità tra persone con storie, culture, religioni diverse: come è accaduto tra Maria Gloria, Fabio e Magdi.
Se già il racconto dell’amicizia, da cui è nato il libro, aveva commosso e affascinato il pubblico stipato fino all’inverosimile nella sala A2, la successiva lettura di due brani (“Andrea”, racconto dedicato al padre di Fabio, e la lettera corrispondente di suor Maria Gloria, che rileggeva il racconto alla luce del quadro “Io e il Villaggio” di Chagall), per un verso, ha dato la dimensione plastica di quella amicizia e, per una altro, ha permesso di gustare la bellezza e il valore, anche letterario, del libro stesso.

A. M.
Rimini, 20 agosto 2007