Rimini, lunedì 20 agosto – Continua all’Arena della Storia, nel padiglione A5, il ciclo di incontri curato da Luciano Violante, “Essere italiani”. L’appuntamento odierno, coordinato da Davide Perillo, direttore di “Tracce”, si è concentrato in particolare sull’attuale significato di tre parole: popolo, libertà e democrazia, alla riscoperta di un lessico fondamentale della politica.
Che cosa identifica oggi il popolo e come questo è chiamato ad esercitare la sovranità “nelle forme e nei limiti della Costituzione”? E come si coltiva la democrazia? A rispondere sono stati lo stesso Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati, e Andrea Simoncini, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze, in un dialogo che si è poi concluso con interventi e domande da parte del numeroso pubblico.
Le parole di Violante hanno evidenziato diverse criticità e preoccupazioni, soprattutto alla luce dei più recenti fatti che hanno caratterizzato la vita del Paese a seguito delle scorse elezioni. “Nell’esasperare la logica del conflitto – ha affermato – si è arrivati ad usare il popolo contro la Costituzione; condotte che rischiano di alterare gli equilibri istituzionali che sorreggono la democraticità dell’ordinamento”.
“L’idea di popolo – ha continuato Simoncini – è per natura relazionale ed è il cittadino che assieme allo Stato si implica nella risposta ai bisogni sociali, come testimonia il ruolo – tutt’altro che scontato – che i corpi intermedi sono chiamati a svolgere proprio nell’ambito del disegno costituzionale. Solo di fronte ad esempi e tentativi concreti si può reinnestare la coesione sociale e ricominciare a sentire una responsabilità comune”.
“La democrazia, dunque, – ha proseguito Violante – non può essere ridotta ad un insieme di regole e di procedure, ma deve invece intendersi come un insieme di comportamenti concreti, in grado di esprimere la stima e riconoscere la dignità dell’altro. Se si degenera in atteggiamenti di disprezzo, alla ricerca del conflitto piuttosto che delle soluzioni, si mette in pericolo la tenuta dei questo sistema”.
“La sfida – ha concluso Simoncini – è educativa. È necessario, infatti, un uso della ragione che sia au-tenticamente libero, non solo teso a persuadere, ma disposto a lasciarsi persuadere dagli argomenti degli altri”.
Sono questi, in definitiva, gli spunti e gli auspici con cui l’incontro si conclude, per proseguire nelle prossime date del ciclo alla riscoperta di ciò che oggi connota l’identità dell’essere italiani.