Rimini, venerdì 24 agosto – Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, è l’ospite dell’appuntamento delle 19 all’Arena Exoplanets B3.
Sollecitato dalle domande di Marco Bersanelli, ordinario di Fisica e Astrofisica all’Università degli Studi di Milano, l’ospite ha offerto al pubblico una panoramica completa di tutti i risvolti politici ed economici della corsa allo spazio degli ultimi anni. Un tema che non riguarda solo le grandi potenze mondiali, ma che ha a che fare con la vita di ogni giorno: “Ciascuno di noi ha in tasca un pezzettino di ricerca spaziale, il suo cellulare. Se noi possiamo utilizzare il telefono come navigatore è perché in orbita ci sono 28 satelliti chiamati GPS: senza di essi non potremmo vedere alcun puntino blu per orientarci sulla mappa”. Per questa invasività della tecnologia in ogni aspetto della vita, anche il più quotidiano, “c’è bisogno – secondo Battiston – di regolamentare la presenza dei satelliti e il loro utilizzo per il bene comune. Questa è politica spaziale. Purtroppo oggi ci troviamo in un vero e proprio far west legislativo. È vero che ci sono molte convenzioni, a cui le nazioni possono liberamente aderire, però mancano delle vere e proprie leggi: i Paesi debbono mettersi d’accordo”.
“I progressi tecnologici fatti negli ultimi anni sono stati talmente veloci che la politica non riesce ad andar dietro”, ha affermato Battiston, citando l’esempio dell’azienda Dove Satellite Constellation, fondata da sette ragazzi della Silicon Valley, che in tre anni ha rivoluzionato l’osservazione satellitare del nostro pianeta.
Oggi, grazie ai “satelliti colomba”, siamo in grado di avere ogni giorno un’immagine di tutta la Terra con una precisione inferiore al metro. Questo apre ampi scenari. “In questo modo – ha spiegato il relatore – possiamo monitorare quotidianamente zone desertiche altrimenti inesplorate, oppure, osservando la progressione dell’ombra degli oleodotti, siamo in grado di predire il deposito di gas di ogni nazione del mondo. Davvero le applicazioni sono infinite”. Ma c’è il pericolo di derive negative nell’impiego di queste novità. “È proprio per evitare certi risvolti che occorre una regolamentazione dell’accesso allo spazio e alla diffusione dei dati. In questo, per una volta – ha concluso orgoglioso Battiston – l’Italia gioca un ruolo cruciale, molto più importante di quanto possiamo immaginare”.
(E.P.)