Politica e economia: esiste un rapporto virtuoso?

Press Meeting

“Occorre ricostruire un nuovo rapporto fra politica ed economia, per avere una buona politica e una economia sostenibile”, con queste parole Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, ha introdotto l’incontro delle 19.00 nella Sala Neri a cui hanno partecipato Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, Aldo Bonomi, direttore di Aaster, Graziano Delrio, ministro degli Affari regionali e autonomie, Domenico Lombardi, direttore del Global economy departement presso il Centre for international governance innovation, Corrado Passera, manager e politico.
Aldo Bonomi sostiene che il “rapporto fra le imprese e la politica è stato un rapporto unila-terale: l’economia ha dato indicazioni alla politica. Bisogna chiedersi se dopo questa crisi saremmo ancora il secondo paese manifatturiero europeo”. La congiuntura sfavorevole che stiamo attraversando – ha continuato – produrrà una metamorfosi profonda di tutto il nostro sistema produttivo, ora formato da sei milioni di partite Iva (“che non hanno rappre-sentanza, come non hanno rappresentanza i migranti”) e del capitalismo delle reti: ban-che, autostrade, ferrovie… Tra questi due gruppi ci stanno 4mila aziende che si sono sal-vate con l’internazionalizzazione. La crisi ha colpito non solo il capitale economico, ma anche il capitale sociale del nostro paese, la voglia di fare impresa e la fiducia. “E questo capitale è una merce rara e ci vogliono anni per ricostruirlo”.
Raffaele Bonanni ha risposto per le rime: “Le rappresentanze sindacali non sono così spappolate come ritiene Bonomi: anche le partite Iva si sono organizzate. Bisognerebbe distinguere – ha puntualizzato il segretario Cisl – le partite Iva vere da quelle costrette che noi rappresentiamo e cerchiamo di tutelare. Inoltre la Cisl ha tra i suoi iscritti 180mila mi-granti”. La politica deve garantire l’autonomia alle parti sociali, perché possano trovare fra loro le soluzioni giuste e non intervenire legislativamente perché, quando l’ha fatto, “ha combinato sempre disastri”. “Vogliono fare una legge sulla rappresentanza – ha continuato Bonanni – per accontentare Marchionne, ma l’Italia non è la Fiat. Una politica che non è capace di modificare la propria legge elettorale come può pensare di regolamentare quella degli altri?”
Secondo Domenico Lombardi, il nostro paese grazie all’area euro è riuscito a finanziarsi a costi più bassi, tuttavia la stabilità dell’euro doveva servire per fare le riforme strutturali come ha fatto la Germania. “Questo ha portato l’Italia – ha continuato l’economista – a per-dere il 20 per cento di competitività, mentre i tedeschi se ne sono avvantaggiati. Occorro-no politiche di crescita per ridare forza alla nostra economia e a quella europea”. Due le alternative: recuperare competitività con politiche di crescita oppure proseguire sulla stra-da dell’austerità. “Ma di sola austerità si muore”.
Chiaro il pensiero da manager e insieme politico di Corrado Passera: “La politica econo-mica non deve sostituirsi agli imprenditori, ma dare le regole (fisco, credito, giustizia) per-ché si possa fare impresa”. In Italia ci sono nove milioni di persone con disagio occupazionale e questi, con le loro famiglie, rappresentano metà della popolazione, che ha paura del futuro. “Occorre un intervento massiccio – ha continuato Passera – per riavviare gli investimenti e facilitare le assunzioni, per accelerare le riforme e mettere mano al funzionamento delle istituzioni”. Passera ritiene anche essenziale la riforma del Terzo settore. “Ci stiamo perdendo l’opportunità delle larghe intese che potrebbero far riprendere la crescita”.
Per il ministro Graziano Delrio la politica ha il primato sull’economia perché propone un progetto di vita e deve offrire a tutti opportunità, convivenza e relazioni. Non basta cresce-re in economia, come in certi paesi, dove però mancano libertà e spazi pubblici, “come la scuola che, va ricordato, è un investimento”. “Abbiamo bisogno – ha proseguito – di effi-cienza ed efficacia anche per la vita quotidiana. Non occorrono regole: bisogna far affida-mento su uomini liberi e responsabili senza trascurare i talenti di ognuno”.
Scholz lancia una nuova domanda a tutti i relatori: quali sono le idee nuove per superare gli attuali schemi e spingere ad assumersi ognuno le proprie responsabilità? Le risposte, dato l’orario, sono abbastanza veloci. Per Bonomi occorrono una nuova rappresentatività, seguire la metamorfosi in atto, cambiando le soluzioni burocratiche e tecnicistiche di Bru-xelles e andare nella direzione della green economy, nata dall’esigenza che il capitalismo ponga dei limiti a se stesso. Bonanni ha dubbi che il capitalismo abbia un tale senso del limite e fa l’esempio di Taranto, una città nella quale, se non si investe, ci si ritroverà senza lavoro e senza bonifica dei siti inquinati. In questa crisi, con le riforme, rincara la dose Dominici, i paesi del Nord hanno guadagnato in sovranità, mentre quelli del Sud ne hanno persa a causa degli interventi di austerità. Per questo “la politica deve riappropriarsi del suo ruolo di guida”. Passera invece rivendica il lavoro fatto per realizzare un piano energetico dopo 28 anni di latitanza: “Con i provvedimenti presi il costo del gas sta calando”.
Chiude Delrio: abbiamo bisogno di più Europa, ma rinnovata da “figli fondatori”. Una grave carenza italiana è l’assenza della manutenzione, del lavoro quotidiano che applichi con responsabilità le leggi e i provvedimenti approvati. “Svegliandosi ogni mattino ognuno di noi dovrebbe dire: ‘Oggi faccio il mio dovere’”.

(A.B. A.S.)

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