Perché non parli

Press Meeting

Cevoli nella storia del garzone balbuziente di Michelangelo Buonarroti. Non solo risate…

L’Arena Spettacoli Unipolsai D3 era piena per il monologo di Paolo Cevoli dal titolo: “Perché non parli”. Una vicenda raccontata con un gioco di digressioni per cui il comico ha avuto occasione di raccontare una storia su diversi livelli. A partire dalla vita stessa di Michelangelo, che veniva talvolta letta da un Cevoli narratore nei giorni nostri, fino alla storia del povero garzone Cencio, educato dai frati domenicani di Bologna e coinvolto in una compagnia di guitti.

La vita di Cencio rimarrà sempre legata a quella del maestro Buonarroti: “una persona cattiva, ma che dentro di sé ha qualcosa che lo porta fino in cielo” aveva detto Cevoli su Michelangelo in vista del Meeting 2016. “Michelangelo ha scolpito la Pietà a 22 anni, oggi se vai forte a 22 anni fai lo stagista” e rimarcando la noiosa differenza tra il genio e la persona normale ha pronunciato in modo drammatico sulle note del Confutatis dal Requiem del genio di Mozart “Per fortuna il Padreterno ha fatto i geni un po’ così… faremo difficoltà ad accettare un genio se non fosse anche una testa di c****”.

Il tutto si è svolto in un’unica essenziale scenografia: sul palco l’instabile impalcatura per l’affresco della Cappella Sistina, su cui Cevoli si è spostato per inscenare le diverse digressioni della sua storia.

Tra queste ha trovato spazio pure la narrazione biblica di Davide e Golia, esemplificata dalla sua capacità di esprimere i contenuti più a gesti ed espressioni che a parole. Nonostante l’esemplificazione, Cevoli ha inserito quasi impercettibilmente alcuni interessanti incisi di carattere semantico come “40: è un numero simbolico che vuol dire ‘sempre’”.

Colori descritti, musica e testo hanno fatto un intreccio per comunicare idee e concetti. Non solo risate, dunque perché Cevoli ha voluto nascondere dietro le sue battute anche alcuni contenuti, tra cui la critica all’uomo sedentario moderno, con una magistrale connessione con la genesi e l’opera di Michelangelo: “Adamo, che sta lì… arriva Dio e dice ‘ti do la vita!’” e lui con la faccia svogliata risponde “Se c’è proprio bisogno…”. Sempre sulla Genesi colpisce l’interpretazione del passo, in cui l’attore comico, forse di un po’ di parte, paragona la creazione ad una compagnia teatrale, dove fiat lux sono le luci da palco e il creato la sceneggiatura, e dove Dio ha sentito bisogno di qualcuno dotato di libero arbitrio come un pubblico per poter apprezzare la bellezza del suo creato.

Sicuramente, nel caldo dell’estate è rimasto il “fresco dentro dopo le pataccate”, anche grazie alla bellissima confessione di Cevoli a fine spettacolo in cui ha raccontato di quel ragazzo che ha cercato di far ridere i terroristi del Bataclan, rivelando così una profonda motivazione dietro alla sua comicità.

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