PERCHE’ L’UNIVERSO FAVORISCE LA VITA?

Press Meeting

Ha introdotto l’incontro, con Paul Davies, fisico e cosmologo di fama mondiale, Marco Bersanelli, Docente di Astrofisica presso l’Università degli Studi di Milano. “L’universo così come lo conosciamo oggi favorisce la vita”, ha ribadito Bersanelli, “non è una nostra interpretazione. E Paul Davies, che ringraziamo di cuore per il sacrificio fatto per essere con noi, è uno degli scienziati che più hanno contribuito all’individuazione di questo rapporto tra universo e vita”.
Dopo aver ricordato alcune tappe fondamentali dell’evoluzione della nostra immagine dell’universo, il professor Davies, facendo riferimento al principio antropico di Carter, ha segnalato che “molte delle caratteristiche dell’universo sembrano essere in sintonia per l’esistenza della vita”. L’esistenza del carbonio, che non era presente nel Big Bang, l’esistenza di una forza di gravità così piccola, la non uniformità in tutte le regioni della mappa termica dell’universo all’alba del tempo, le tre dimensioni dello spazio: sono altrettanti elementi che caratterizzano un universo “bio-amichevole” (amico della vita, favorevole alla vita).
A questo punto, ha notato, Paul Davies, per disinnescare il problema, alcuni scienziati parlano di “multi-universo”: ci sarebbero molte regioni, all’interno del nostro universo, diverse le une dalle altre, con condizione diverse anche in riferimento al sorgere della vita. Ma cosa succede analizzando questa ipotesi?
Coinvolgendo i presenti in una impegnativa lezione ricca di riflessioni teoriche, il prof. Davies ha evidenziato il carattere “scivoloso della teoria del multi-universo, che deve essere trattata con molta cautela”. Cosa succede infatti sottoponendo ad indagine questa teoria? Succede che, da una parte, “questa teoria porta inevitabilmente all’esistenza di un numero enorme di universi finti o virtuali (e agli occhi di molti questa risulterebbe un’idea pazza)”; dall’altra parte, anche questa teoria ci riporta davanti al dilemma fondamentale di dover riconoscere, all’opera nell’universo un disegno intelligente che sta dietro e all’origine delle cose. “L’antica dicotomia o Dio, un qualche principio di finalità, o l’assurdità – ha affermato Davies – non è eliminata dall’ipotesi di un multi-universo”.
“La teoria del multi-universo”, ha concluso Bersanelli, “diventa scivolosa quando si cerca in tutti i modi di non dare diritto di cittadinanza a uno scopo, a una direzione delle cose. Ma questo problema, e addirittura l’ipotesi di un Creatore – come ha dimostrato Paul Davies – ritorna a galla nelle frontiere più spregiudicate della riflessione scientifica”.

V. C.
Rimini, 29 agosto 2003