“Mi piacerebbe ascoltare il ritornello ‘Ora e sempre Aznar presidente’ ” con queste parole Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha salutato la conclusione dell’intervento di Josè Maria Aznar, presidente della FAES: Fondazione per l’analisi e gli studi sociali.
L’ex premier spagnolo ha parlato dell’Europa, in termini economici, politici e di sicurezza. Il punto di partenza è stata l’affermazione che la libertà e davvero un dono grande, e per un dono grande bisogna essere capaci di lottare, capaci di rischiare la vita. Scherzando, Aznar ha detto di avere avuto molto tempo a disposizione per pensare al progetto politico “popolare” per l’Europa, esposto qui a Rimini. Alla base del progetto, la chiarezza: volontà di assumersi responsabilità di governo e di decisione sulle questioni fondamentali: in particolare, sicurezza e immigrazione, sviluppo economico e stato sociale, costituzione europea e stabilità.
“Sul primo aspetto – ha chiarito Aznar – serve delimitare con chiarezza i confini del continente, e sviluppare politiche per l’immigrazione che abbiano al centro i valori occidentali che sono irrinunciabili, nonostante le errate tendenze multiculturaliste e relativiste che caratterizzano alcuni attuali governanti”. Sulla seconda questione, quella economica, secondo Aznar, bisogna guardare al modello americano e lavorare di più. Per la terza dimensione, quella più prettamente politica, serve serietà, ossia “volontà di assumersi responsabilità ed impegni, e capacità di rispettarli”. Capacità che i politici europei, a detta del leader spagnolo, non hanno saputo esprimere, “facendo così del trattato costituzionale uno strumento sbagliato e antipopolare”.
A dare man forte ad Aznar sulla necessità di un nuovo progetto politico per l’Europa, è intervenuto Hans-Gert Pottering, presidente del PPE, che ha rincarato la dose sul tema della identità dell’Europa.
“Quello che manca al livello istituzionale dell’Europa – ha sostenuto Pottering – è la coscienza delle vere radici identitarie della popolazione europea. Senza una reale conoscenza dei fondamenti dell’Europa, non si possono formulare progetti per il futuro del continente”. In questo senso, Pottering, come Aznar, considera un errore non aver menzionato le radici cristiane nel trattato costituzionale, recentemente bocciato dai referendum in alcuni Paesi, anche se, “rimane il fatto che la costituzione europea è uno strumento necessario e sono grato al Governo Italiano di averla così celermente ratificata”. Per quanto riguarda l’aspetto economico del dibattito, Pottering concorda sulla necessità di una riforma economica importante, che spera sia fatta da governi popolari e non socialdemocratici, augurando alla CDU tedesca un buon risultato alle imminenti elezioni nazionali. Quanto alla sicurezza europea, Pottering chiede una politica estera comune e spera di vedere presto un seggio europeo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Mauro ha concluso l’incontro impegnandosi a lavorare con i due ospiti alla costruzione di un’Europa popolare, a partire dall’appartenenza ad un popolo unito da comuni valori. “Il popolo unito non sarà mai vinto”.
M.S.
Rimini, 22 agosto 2005