“PASSIONE PER LA VERITÀ”: IL TITOLO DEL MEETING E I CINQUANT’ANNI DI RUSSIA CRISTIANA PRESENTATI IN CONFERENZA STAMPA

Press Meeting

“Passione per la verità”. Ecco cosa unisce, spiega il portavoce del Meeting Marco Bardazzi, il titolo della rassegna riminese di quest’anno e la ricorrenza del cinquantesimo anno dalla fondazione di Russia Cristiana. A sottoporsi alle domande dei giornalisti sono monsignor Francesco Ventorino, che nonostante la cattedra di docente di Ontologia e di Etica presso lo Studio teologico San Paolo di Catania viene familiarmente presentato come “don Ciccio”, e padre Romano Scalfi, che con la sua barba bianca il physique du role ce l’ha da sempre, impersonando la continuità della storia di Russia Cristiana da lui fondata nel 1957. Accanto a lui, Viktor Popkov, direttore del Centro culturale “Biblioteca dello Spirito” di Mosca.
È don Ventorino, che un’ora più tardi sul tema del Meeting terrà un incontro nel salone più grande della Fiera, a precisare perché la verità è il destino dell’uomo. “La domanda sul destino è propria di tutti, se la neghiamo significa che i maggiori pensatori e poeti sarebbero stati degli imbecilli. Invece è ciò che ci fa uomini, è quello che il mio conterraneo Pirandello definiva ‘il punto vivo’. È espressione del cuore e della ragione. Chi ha voluto abolire questo punto vivo lo ha sempre fatto per dominare gli altri. La difesa della verità invece è difesa della democrazia, che non si fonda sul relativismo, ma sulla capacità di dialogo”.
La verità poi, spiega il monsignore siciliano, è qualcosa che accade, nella verità ci si può imbattere, se ne può fare esperienza attraverso un incontro. È così che si può sperimentare anche la verità cristiana: “Avviene in un incontro con persone”, spiega don Ciccio, “attraverso le quali la verità di Cristo persuade il cuore, corrisponde in profondità alle mie e tue esigenze. Ecco perché si dice che la fede è un assenso ragionevole”.
Uno di questi incontri, quello con la liturgia bizantina, fu decisivo anche per padre Scalfi: “All’inizio degli anni Cinquanta studiavo al collegio Russicum di Roma e la scoperta della bellezza di questo rito, oltre che della profondità dei pensatori russi, mi entusiasmò. Come Russia Cristiana siamo nati per far conoscere questa bellezza a tutto l’Occidente”. E il comunismo? “Era un pericolo per il mondo intero. Noi però non siamo nati per combatterlo, questa era solo una conseguenza: la radice era l’amore per la Russia”. Di qui negli anni Sessanta la scoperta del Samizdat, cultura alternativa “da cui abbiamo imparato moltissimo”. Nascono cosi una scuola di iconografia, un coro, una biblioteca di 30mila volumi, una società editrice (La Casa di Matriona), ma soprattutto una fittissima trama di relazioni tra Est e Ovest, tra credenti e non credenti, tra cattolici e ortodossi. È anche grazie a questo network di amicizie che “mai come oggi i rapporti tra cattolici e ortodossi in Russia sono cordiali”. Nessuna tecnica diplomatica, nessun cedimento dottrinale, posizioni chiare ma soprattutto un’amicizia altrettanto chiara. Questo il segreto di rapporti cementati dagli anni, ha tenuto a precisare padre Scalfi, “anche grazie alla bellezza degli incontri del Meeting”, da dove gli amici russi tornavano sempre entusiasti.
Tra questi amici anche Popkov. “Il nostro centro culturale si può considerare uno degli esiti di Russia Cristiana”, nato negli anni della rovina dello stato sovietico, in un momento di confusione e disordine. “Ma sull’orlo dell’abisso il respiro di Dio si sente più forte”. E così, con il discreto aiuto degli amici italiani, si comincia ad organizzare presentazioni e vendite di libri, serate di musica classica e jazz, incontri culturali aperti a cattolici e ortodossi. Qualcosa per ricominciare a respirare. “Noi pensiamo che l’uomo deve essere aperto a tutto il mondo. Questa premessa è un passo decisivo anche verso l’esperienza cristiana”.
La presenza di Russia Cristiana al Meeting è infine documentata anche dalla mostra “Che cos’è la Verità? Un dibattito sulle soglie della Rivoluzione Russa” ospitata nel padiglione A5.

E.A.
Rimini, 20 agosto 2007