Open Innovation, l’Italia che cresce ha bisogno di metodo e strategia

Press Meeting

Rimini, lunedì 20 agosto – In Arena CdO for Innovation A5/C5, si parla di Open Innovation e di esempi di eccellenza italiana di aiuto all’innovazione per le aziende del nostro Paese. Conduce l’incontro Gigi Gianola, direttore generale CdO, con gli ospiti Ezio Fregnan, direttore COMAU Academy, Riccardo Porro, direttore operativo di Cariplo Factory, Francesco Ferri, fondatore di InNext e recentemente nominato presidente di Lombardia Informatica.
Per stare sul mercato bisogna creare innovazione e sempre più aziende in Italia adottano un approccio Open Innovation i cui paradigmi sono: interconnettere l’azienda con i soggetti del proprio ecosistema dell’innovazione, abilitare la collaborazione distribuita tra i soggetti dell’ecosistema, ingaggiare i soggetti dell’ecosistema su iniziative di open innovation di diversa natura, coinvolgere i soggetti esterni all’azienda in processi di valutazione delle idee, ricercare all’interno dell’ecosistema le competenze più adeguate per sviluppare l’innovazione, mappare il ciclo di vita delle relazioni con i soggetti dell’ecosistema, monitorare il conseguimento dei risultati delle iniziative di innovazione lanciate.
“Il percorso di innovazione non è lineare ed è fondato su tre colonne: il capitale umano qualificato, tessuto-ecosistema in grado di sostenere il cambiamento, finanza – afferma Porro -. In Italia non è diffusa come in altri paesi la pratica di sostenere finanziariamente le idee di altri e così nasce Cariplo Factory, non una università ma una società strumentale col duplice obiettivo di sostenere giovani per l’occupazione e pre-miare le idee e l’innovazione con la creazione di start-up. Vengono selezionati giovani in ingresso in base a motivazioni e competenze, si costruisce sul talento inteso non come un’eccellenza bensì come un poten-ziale da sviluppare e si passa alle idee utilizzando incubatori accademici e di business, aziende esterne e grandi gruppi, con cui si consolida un business model entrando successivamente nel mercato”. Il focus quindi si concentra sulla persona e Ferri prosegue: “La tecnologia è inutile se non c’è rivoluzione culturale che parta dalle competenze. Le aziende devono far dialogare le proprie persone tra di loro, indipenden-temente da dove si trovino, e con gli oggetti e gli ambienti del lavoro. Accessibilità alle risorse, condivisio-ne, competenze e attitudini sono fattori abilitanti all’innovazione”. Segue un filmato in cui Ferri mostra come un cliente manifatturiero faccia uso di connettività spinta in azienda e in cui si mostra come in alcuni reparti i dipendenti facciano uso di caschi e visori di realtà aumentata per avere in tempo reale le in-formazioni necessarie.
Fregnan conclude: “Comau ha impianti in tutto il mondo e lavoriamo con tutte le culture. Costruiamo robot per l’automazione industriale e assorbiamo tutte le innovazioni attualmente in corso tra cui fabbrica 4.0 e Internet delle Cose. L’azienda è centrata sulla persona e sui talenti perché le tecnologie sono strumenti. L’Academy crea iniziative su tre filoni principali: i giovani talenti, aziende e professionisti, studenti e bambini. Si fa quindi una formazione con partners per le aziende senza essere università. Le nuove ge-nerazioni hanno il potenziale immenso di rendere possibile la rivoluzione digitale attraverso l’innovazione”.

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