Oltre la crisi: la sfida del cambiamento

Press Meeting

Rimini, 26 agosto 2015 – Nel nostro Paese il 40 per cento delle imprese è a conduzione e proprietà familiare. Nel settore legno e arredo la percentuale sale fino all’82 per cento. La maggior parte di loro si colloca all’interno della dimensione e del fatturato della piccola e media impresa, non oltre i 20 milioni di fatturato. Solo il 10 per cento delle aziende familiari del comparto hanno una forte presenza sul mercato estero. Con questi numeri il direttore generale dell’Associazione Italiana delle Aziende Familiari, Dario Volttattorni, ha introdotto l’ultimo incontro della serie di appuntamenti in programma durante ogni giornata del Meeting nello stand di FederlegnoArredo (Pad. – C1). Al dibattito dedicato al tema “Oltre la crisi: la sfida del cambiamento”, presentato dal direttore di FederlegnoArredo, Giovanni de Ponti, hanno partecipato i rappresentanti di due dinasty del legno italiano: Pietro Bellotti, terza generazione al timone della Bellotti Spa e Alessandro Fantoni rappresentante, invece, della quinta generazione familiare alla guida dell’omonima azienda friulana.
La riflessione affrontata dai due imprenditori si è sviluppata attorno al racconto/testimonianza di come le loro imprese abbiano costantemente saputo crescere e innovarsi nel corso degli anni, nonostante l’invitabile cambiamento generazionale delle famiglie proprietarie e i mutamenti avvenuti in mercato e cicli economici. “La Bellotti opera dal 1927 nel cuore della Brianza, dove da sempre abbiamo la nostra produzione. La nostra storia à fatta da cambiamenti che ci hanno portato dalla trasformazione del legno dei primi anni, ai panelli di compensato marino per l’industria nautica a quelli fonoassorbenti. Prodotti con sempre un maggiore valore aggiunto da offrire al mercato – ha ricordato Pietro Bellotti – ognuno di questi cambiamenti è avvenuto grazie a intuizioni di mio nonno e poi di mio padre. Io sono entrato in azienda solo nel 2009 dopo una precedente carriera di avvocato e visto il momento di crisi economica ho offerto anch’io un contributo di fronte alla necessità di cambiare. Abbiamo iniziato a costruire pavimenti per treni. Oggi li forniamo a Trenitalia, Tgv, Italo e da questa nuova attività arriva il 35% del nostro fatturato”.
La storia dell’azienda di Alessandro Fantoni è ancora più lunga. Inizia nel 1882 e passa dalla produzione di mobili in stile, ai pannelli truciolari del dopoguerra a quelli di Mdf degli anni Settanta, alla collaborazione con le firme del design italiano. Evoluzione costante che ha portato la Fantoni a raggiungere un fatturato 2014 di 439 milioni di euro. E anche Alessandro ha portato nell’azienda di famiglia il contributo di nuove idee e strumenti: “Siamo alla quinta generazione e grazie all’introduzione di un nuovo sistema gestionale, sono riuscito a convincere mio padre e mio zio a investire più di un milione di euro nel progetto, riusciamo a monitorare in tempo reale costi e ricavi dei nostri prodotti. Poi grazie a una piattaforma di progettazione online per scrivanie, armadi, pannelli o pareti, soddisfiamo di più le esigenze dei nostri clienti. Risultato, lavoriamo meglio e siamo più competitivi”.
In conclusione Voltattorni ha indicato le due sfide che l’impresa familiare si trova oggi di fronte: “Deve crescere di dimensioni, in questo settore avvengono ancora poche fusioni o acquisizioni. Mentre la massa critica è necessaria per essere competitivi sul mercato internazionale: sbocco naturale del made in Italy. Gli imprenditori devono essere curiosi, viaggiare, scoprire cosa c’è di nuovo nel mondo e applicarlo. Penso all’internet delle cose e alle sue applicazioni nella casa e nell’arredamento”.
Del resto, come diceva Achille Castiglioni, una delle più grandi firme del nostro design, frase riportata a chiare lettere sulla parete dello stand FederlegnoArredo: “Se non siete curiosi lasciate perdere. Se non siete interessati agli altri, il design non fa per voi”.

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