Nuova Costituzione: tra casa comune e dominio delle maggioranze

Press Meeting

Introducendo l’incontro, Luca Antonini ne ha sottolineato la grande attualità: “Siamo alla vigilia di una riforma che andrà in votazione definitiva, in parlamento, a settembre e su cui probabilmente ci sarà un referendum”. Poi il moderatore ha evidenziato la pertinenza del titolo assegnato alla tavola rotonda: “Nuova Costituzione: tra casa comune e dominio delle maggioranze”. Mentre per la Costituzione del 1948, ha spiegato Antonini, “in nome del bene comune è stato raggiunto il miracolo dell’accordo, oggi possiamo constatare l’avvicendarsi di due cambiamenti fatti a colpi di mano della maggioranza”. La parola è passata quindi ai relatori.
Francesco Gentile, Ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Padova, è intervenuto lanciando alcune provocazioni e rilevando dei paradossi. Il primo è questo: nonostante tante critiche, anche violente, la Costituzione votata nel 1947 ha mostrato una solidità che ha resistito per mezzo secolo. In questi anni, invece, la via della riforma è risultata impervia e si è manifestata l’esigenza, a breve distanza, di approntare la “riforma della riforma”. Ai riformatori odierni, ha rilevato Gentile, “è mancata quella disposizione al compromesso che ebbero i Costituenti del 1947-48. E come ha ricordato Ratzinger: ‘Il compromesso spesso è la vera morale della politica’”. Il termine “compromesso”, in questo contesto, ha un profilo alto: significa promettere insieme e richiede un credito alle ragioni altrui, buona volontà e fede.
Anche Salvo Andò, Docente di Diritto Costituzionale all’Università S. Pio V di Roma, ha elogiato “la lungimiranza e il senso dello Stato” dei padri costituenti della Repubblica Italiana. Essi compresero bene che approntare la Costituzione rappresenta una decisione “altra”, diversa, rispetto all’ordinaria pratica ed anche alla contrapposizione politica. Andò ha ricostruito poi alcune tappe fondamentali del dibattito italiano sul rinnovamento istituzionale, a partire da un articolo di Craxi del 1979. In questo contesto, ha sottolineato anche i cambiamenti manifestatisi dopo il 1994, quando la Costituzione “rappresenta il vecchio, un compromesso di cui non si avverte più l’utilità”. Non bisogna fare “un abuso dello strumento della Costituzione” – ha detto ancora Andò – che deve invece “difendere i diritti delle minoranze”.
Mario Bertolissi, Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Padova e Presidente Editoriale del “Gazzettino”, si è messo nei panni dell’uomo che cammina per la strada e torna a ripetere: “Io non ho capito niente”. Ad esempio: a chi giova la riforma? Perché la si fa? E via discorrendo. Oggi, ha rilevato criticamente il relatore, assistiamo, tra le varie parti politiche, ad uno scambio reciproco di accuse (“Tu non capisci niente”) e ad un dialogo tra sordi che portano il cittadino a dire: “Se la vedano tra loro”! Bertolissi ha concluso: “Le cose non vanno perché ci dicono tante cose, ma non riescono a farci sognare”.
Augusto Barbera, Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Bologna, ha confermato che i costituenti dell’Italia repubblicana trovarono “un compromesso di altissimo profilo”. “Ci sono punti fondamentali di quella Costituzione, anche se non è consueto dirlo”, ha aggiunto Barbera, “che oggi sono più forti che nel 1948”. Questo vale soprattutto per la parte dei princìpi. Per quanto riguarda invece la parte relativa all’organizzazione dello Stato, è messa oggi in discussione. È importante però distinguere con precisione i punti realmente deboli dell’organizzazione costituzionale, come ad esempio il bicameralismo, da altre questioni. “A volte – ha precisato Barbera – si vogliono risolvere, attraverso la Costituzione, problemi politici che andrebbero risolti in altro modo”. Questo “uso congiunturale della riforma costituzionale”, da una parte e dall’altra, per fini politici congiunturali, anzi addirittura propagandistici, va assolutamente respinto. E ci sono, ha concluso il relatore, “varie ipotesi di un sano trasversalismo che, per questioni costituzionali, davvero non guasta”.

V.C.
Rimini, 23 agosto 2005