Cooperazione internazionale come esplicitazione della civiltà e dei valori di un popolo: questa l’opinione comune agli invitati che hanno presenziato all’incontro dal titolo: “Prospettive sulla cooperazione internazionale”.
A fare gli onori di casa il Direttore del Giornale Radio Rai, Bruno Socillo, che ha focalizzato l’attenzione sul ruolo che l’Italia è chiamata a ricoprire nel semestre di presidenza europea partendo dal concetto, ripreso durante il convegno, che la via della pace passa attraverso la Cooperazione.
Tema, quello della presidenza europea, ripreso dall’on. Alberto Garocchio, secondo il quale la maggioranza al Governo deve influenzare l’Europa su un tema urgente come quello della Cooperazione, divenuta una semplice succursale dei ministeri che gestiscono in proprio fondi cospicui, lamentando la mancanza di una legislazione in materia.
Sui problemi propriamente tecnici si è soffermato il Direttore Generale della Cooperazione al Ministero degli Affari Esteri, Giuseppe Deodato, che denuncia la mancanza di trasparenza nelle norme, che definisce troppo complesse, e tempi troppo lunghi che rallentano un buon andamento dell’attività. “Molti errori sono stati fatti – ha commentato Deodato – ma sono bilanciati dalle molte iniziative tuttora in corso”, richiamando l’attenzione sul concetto di cooperazione come un’attività consona allo spirito che anima le coscienze degli italiani.
“Non sono qui a nome di alcuna ONG, ma per dare voce alle persone che ogni giorno incontriamo e che hanno bisogno del nostro aiuto”. Queste le parole con cui il presidente dell’AVSI, Arturo Alberti, ha aperto il proprio intervento. Riprendendo il tema che anima la nuova edizione 2003 del Meeting, il presidente ha affermato che ogni uomo cerca la felicità, in particolar modo quella che nasce dall’affetto, dall’amicizia, dal calore umano: la migliore medicina alle sofferenze dell’uomo. L’aiuto allo sviluppo, dunque, deve essere visto come scelta strategica, non come sterile voce del bilancio, e conclude lanciando un appello ai politici: “date spazio alla libertà, dateci fiducia e venite a vedere ciò che facciamo”.
Favorevole alla soluzione del “risparmiare e spendere meglio”, Fiorello Provera, Senatore della repubblica Italiana, sostiene la necessità di un’azione che eviti gli interventi a pioggia e riorganizzi i Ministeri, a volte troppo confusi nelle loro competenze. Ricordando che la politica di cooperazione non deve servire a smaltire prodotti nazionali obsoleti, il senatore ha specificato che mercato e solidarietà non vanno confusi. Riprendendo il concetto della cooperazione come segno della civiltà di un popolo, ha evidenziato l’importanza della generosità privata alla soluzione del problema.
Sulla necessità di una nuova legge sulla cooperazione internazionale si è soffermata Patrizia Paoletti Tangheroni, deputato al Parlamento italiano, secondo la quale la legge n. 49 è troppo obsoleta per affrontare una situazione completamente diversa da quella degli anni in cui entrò in vigore: oggi le ONG rivestono un ruolo essenziale, nel momento in cui le agenzie dell’ONU non hanno saputo rispondere alle esigenze che la cooperazione richiede.
Il tema della necessità di una nuova legge sullo sviluppo è stata ripreso da Luca Volontè, deputato al Parlamento Italiano, secondo il quale “il compito della politica consiste nel preservare la possibilità di essere felici”, coinvolgendo anche i privati e cercando di comunicare loro l’importanza di ciò che si sta facendo a proposito.
Sul concetto di pace si è soffermato Alfredo Mantica, Sottosegretario agli Esteri, per il quale oggi la sicurezza è un problema mondiale e non ha senso parlare di sviluppo in Paesi che da anni lottano per la sopravvivenza in terre devastate dalla guerra. L’aiuto allo sviluppo tuttavia non deve essere garantito solo con erogazione di fondi, ma contempla soprattutto interventi mirati alla crescita economica e culturale dei Paesi che ne hanno bisogno.
G.C.
Rimini, 28 agosto 2003