Non c’è meta senza strada: infrastrutture e sviluppo

Press Meeting

Grazie alla collaborazione con Regione Lombardia e Unioncamere, il Meeting ha radunato intorno a un tavolo tutti i principali responsabili di quella enorme macchina che permette al nostro Paese di vivere: le infrastrutture di collegamento, siano esse strade, rotaie o vie d’acqua. Raffaele Cattaneo, Vice Segretario Regionale della Regione Lombardia, ha chiesto ai suoi ospiti di spiegare i motivi per cui l’Italia è così arretrata in questo campo e cosa si sta facendo per recuperare il tempo perduto.
Pietro Lunardi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha iniziato il suo intervento ricordando che i precedenti Governi hanno operato male in questo settore, provocando una situazione di forte ritardo rispetto alle esigenze di sviluppo del Paese e di marginalizzazione rispetto all’Europa. Dal 2001 la situazione è molto migliorata, dato che siamo riusciti ad inserire nel Master Plan europeo alcuni grandi progetti che il Ministro ha elencato: la Lisbona-Trieste, che comprende il MO.SE per eliminare i problemi dell’acqua alta a Venezia; la Berlino-Palermo, con la variante di Valico e il ponte sullo stretto di Messina; la Rotterdam-Genova e i trafori ferroviari del Frejus, del Sempione e del Brennero che saranno realizzati con il 20% di contributo europeo a fondo perduto. Lunardi ha anche parlato dei progetti per potenziare le vie d’acqua, delle trasversali appenniniche, dei nuovi collegamenti adriatici e tirrenici, dell’emergenza idrica al Sud. A questo proposito ha sottolineato come il 48% degli investimenti per le infrastrutture riguardi proprio il Sud del Paese. Ad oggi ci sono cantieri aperti per 20 miliardi di Euro, l’equivalente di una finanziaria; partendo da questo dato il Ministro ha concluso con due battute polemiche: le infrastrutture sono un bene per il Paese, quindi non sono né di destra né di sinistra (rivolta agli avversari politici); il consenso elettorale si ottiene facendo vedere il lavoro fatto, non con la logica clientelare (rivolta agli alleati di Governo).
Elio Catania, Presidente Ferrovie dello Stato, ha sostenuto la necessità di parlare di infrastrutture all’interno di un più ampio dibattito riguardante la sostenibilità dello sviluppo, la qualità della vita, la centralità della risorsa umana. Entrando nel contesto della sua Azienda, Catania ha sottolineato di ritenere fondamentale da una parte la formazione di impiegati e quadri efficienti e motivati, dall’altra il mettere in primo piano le esigenze dei clienti. Indispensabile anche, ha concluso, puntare alla qualità degli investimenti e portare avanti i progetti in stretto contatto con gli altri operatori del sistema trasporti.
Vincenzo Pozzi, Presidente ANAS S.p.A., ha voluto subito togliere a quest’azienda l’etichetta di carrozzone, affermando di aver trovato personale capace e di alto livello culturale e morale. Pozzi ha poi elencato i risultati che essa ha conseguito negli ultimi anni grazie alla Legge Obiettivo voluta dal Ministro Lunardi: i progetti approvati sono 328 per un totale di 4,4 miliardi di Euro; ci sono lavori in corso per 202 opere e 4,8 miliardi di Euro, già nel 2004 ne verrà terminata una parte, per 3,8 miliardi complessivi. Infine ha sottolineato l’importanza del Project Financing, che prevede 11 opere finanziate da capitale privato per decine di miliardi di Euro.
Vito Gamberale, Amministratore Delegato Autostrade S.p.A., ha fatto proprio il titolo del Meeting: “È un messaggio che identifica in pieno lo spirito con cui opera il Gruppo Autostrade, un gruppo di imprese in cui le persone cooperano per progettare, costruire, e sviluppare una rete autostradale funzionale al progresso sociale ed economico del Paese, garantendo sicurezza e mobilità. Nel 2003 sono stati spesi 322milioni di euro per finalità sociali ed ambientali”. Gamberale si è poi soffermato su alcuni dati che aiutano a capire il contesto in cui opera Autostrade S.p.A.: la rete autostradale italiana rappresenta il 2% della rete viaria nazionale ma ne assorbe il 25% del traffico complessivo. È inoltre significativo il deficit infrastrutturale nei confronti dell’Europa: 113 km di autostrade per milione di abitanti contro i 228 della Spagna, i 172 della Francia e i 146 della Germania. Bisogna tener conto, ha continuato, che l’Italia ha 5.800 veicoli per km di autostrada contro i 2.480 della Spagna, i 3.420 della Francia e i 4.000 della Germania. Per migliorare la situazione l’Amministratore Delegato ha fornito le cifre dei prossimi investimenti: 10 miliardi di Euro nei prossimi 10 anni. Autostrade S.p.A. diventerà così il principale investitore privato italiano, con un impatto dello 0,3% annuo sul PIl e 400.000 nuovi occupati.
Claudio De Albertis, Presidente ANCE, ha affrontato il problema dal punto di vista delle imprese denunciando l’immobilismo che ha caratterizzato il periodo dal 1992 al 1996 ma anche esprimendo preoccupazione per la diminuzione del 3% degli investimenti per le infrastrutture previsti in finanziaria. Ha indicato poi nel decentramento legislativo delle Opere Pubbliche un grosso scoglio per l’intrapresa: alcuni “velleitarismi regionali” complicano la vita. Terminando ha invitato il Ministro a tenere conto anche dei problemi infrastrutturali delle grandi città e del problema della malavita organizzata, che al Sud ha ripreso forza.
Anche per Giuliano Segre, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia, negli anni scorsi c’è stata un ritardo sull’ammodernamento delle infrastrutture causato da volontà politiche, da fattori giudiziari e ambientalisti. Oggi è particolarmente costoso costruire, perché dobbiamo usare il reddito per ricostruire il patrimonio fisso sociale. Per Segre le Fondazioni possono essere protagoniste dello sviluppo infrastrutturale entrando in progetti da finanziare con la modalità del Project financing.
L’incontro è terminato con l’intervento di Maurizio Lupi, Deputato al Parlamento Italiano, il quale si è detto convinto che la politica deve lavorare per il bene comune e non solo per quello della propria parte: è quindi necessario mettere come scopo della propria attività il servizio alla persona. Molto pragmaticamente, l’on. Lupi ha poi concluso evidenziando due questioni aperte: il problema di reperire risorse per le infrastrutture e la necessità di portarle a termine in tempi certi.

G.C.
Rimini, 24 agosto 2004