NICCOLÒ FABI AL MEETING: IO, VIAGGIATORE IN CERCA DI SEGNI QUOTIDIANI

Press Meeting

Un pubblico attento, coinvolto e partecipe ha accolto ieri sera al Meeting Niccolò Fabi, che ha fatto tappa a Rimini nella sua veste migliore, con una chitarra dodici corde al collo, una poliedrica band dal suono solido e una lap steel guitar a creare un’atmosfera quasi psichedelica. Il pubblico del Meeting ha mostrato di gradire la musicalità colta e imprevedibile di Fabi, incantato ad ascoltare e cantare in coro le parole delle sue canzoni, da La Promessa a Il Giardiniere, da È non è a Costruire, fino ai sui brani più celebri Capelli e Vento d’Estate, e due cover: Parole Parole e La Collina dei Ciliegi di Battisti.
Canzoni che raccontano di una vita che cerca la meraviglia, che esprime domande più che inseguire risposte e che chiede le cose più belle: “Ma le più lunghe passeggiate / e le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo / non so dove l’ho comprate / di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta / perché l’argento sai si beve / ma l’oro si aspetta” canta Niccolò Fabi in Il Negozio di Antiquariato, brano che ieri ha eseguito da solo sul palco duettando col pubblico in uno dei momenti più intimi ed emozionanti del concerto. Non è un uomo arrivato, quello che ci racconta Fabi, ma un uomo che cerca: “Mi ritengo una persona che ricerca, che predilige le domande. Non guardo alla meta, perché il traguardo può diventare un’ossessione. La mia prospettiva di vita è quella del viaggiatore in cammino, che guarda con attenzione ciò che lo circonda e che cerca segni nella sua quotidianità”. Sono quei “milioni di segni” a cui il cantautore romano ha dedicato una delle sue migliori e più applaudite canzoni, Milioni di giorni. Il concerto riminese di Fabi è uno degli ultimi di questo suo tour estivo prima della pausa autunnale, “una sosta fondamentale per dare valore a quello che viene dopo”. Un senso della pazienza e dell’utilità del tempo che il musicista romano ha sottolineato dialogando con il pubblico del Meeting: “bisogna fermarsi e riflettere per far nascere nuove idee e ho capito che la fase di gestazione di qualcosa di nuovo è quella che preferisco del mio lavoro”.

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