Nello spazio come nel far west

Press Meeting

strong>Rimini, 23 agosto – Presso l’Area Exoplanets, ha luogo l’incontro: “Politica spaziale: motivazioni, soggetti, strategie”. Interviene Antonio Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), e introduce Marco Bersanelli, Professore di Astrofisica presso l’Università degli Studi di Milano.

Battiston esordisce affermando che “è molto importante che i cittadini sappiano che cos’è lo spazio non solo per gli aspetti romantici che per quelli materiali. La space economy è una finestra sul futuro, perché la politica spaziale ci proietta in un futuro di miglioramento della qualità della vita. Gran parte delle scelte economiche e della tecnologi si riversa nelle nostre vite quotidiane. Ognuno di noi ha in tasca un pezzo di spazio: un telefonino con un gps, che funziona grazie a dei satelliti. La tecnologia è una figlia della scienza – continua il relatore –. La ricerca porta allo sviluppo tecnologico. È un circolo virtuoso”. Nella corsa allo spazio, molto connotata economicamente, l’Europa svolge un ruolo importante attraverso l’ESA, ma “è una corsa senza fine, dove chi si ferma è perduto, per fortuna l’Italia è all’avanguardia”.

Bersanelli chiede all’ospite: “Che consapevolezza vedi nelle persone che hanno questo tipo di responsabilità?”. Per Battiston la corsa allo spazio non si sottrae ad una logica di concorrenza per il predominio. Bisogna, per questo, “rendere informato il tax payer e che sia chiaro per tutti che cosa è accettabile e cosa no. È importante che ci sia una direzione pubblica significativa. Se questo processo viene lasciato esclusivamente ai privati, questi perseguono soltanto loro interessi personali. C’è bisogno del controllo delle agenzie pubbliche”.

Purtroppo, invece, l’accesso allo spazio non è regolamentato e le infrazioni non sono sanzionate. “C’è l’obbligo di avvisare un particolare ufficio dell’Onu – fa sapere Battiston – ma se non lo si fa non si rischia niente. In questo senso siamo un po’ nel far west”.

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