NEL CANTO L’ANIMA DI UN POPOLO

Press Meeting

È stato fondato nel 1971 questo imponente coro, formato da una quarantina di sacerdoti e diaconi della diocesi di San Pietroburgo. Così spiega Giovanna Parravicini, ricercatrice di Russia Cristiana, introducendo l’esibizione, e ricorda che nella liturgia bizantina l’unico strumento adeguato alla lode di Dio è la voce umana. Se, come diceva la pianista Marija Judina, “la bellezza è un varco da cui si intravvede un altro mondo”, la liturgia è testimonianza di una bellezza che trasfigura la vita stessa. “Il canto è l’anima di un popolo” – prosegue la Parravicini – ed il governo sovietico ha dovuto riconoscerlo quando ha dovuto riaprire le chiese, perché il popolo russo non si disgregasse completamente”. Sono queste le ragioni della scelta del repertorio del coro, che affianca alle liturgie una vasta selezione dell’enorme patrimonio popolare russo.
Il concerto si apre con un brano dai Vespri di Rachmaninov, che vede l’intervento di un secondo coro di tre solisti, che percorrono la platea, integrarsi col coro principale, e prosegue con la nota “Bogoroditse Dievo”, l’Ave Maria, che semplicemente rapisce il pubblico alla contemplazione delle cose dell’altro mondo. Per il pubblico del Meeting non è immediato abituarsi agli elementi del linguaggio musicale adottato dai quaranta coristi, dove spiccano la perfetta fusione delle voci e la proverbiale potenza e profondità delle sezioni basse, ma presto si realizza la sintonia necessaria per godere delle curatissime interpretazioni
Eseguito un inno “akathistos” dedicato a Gesù dolcissimo, seguito da altri brani dalle liturgie della Pasqua e della Dormizione della Vergine, quest’ultimo nella forma di kontakion (una specie di inno) per quattro solisti, viene dato grande spazio ad un prokimenon (l’equivalente del graduale della liturgia romana) intitolato “Tutta la terra ne reca l’annuncio” in cui normalmente a dei refrain corali sono intercalate letture o sermoni. In questo caso vengono scelte due ampie citazioni, proclamate in italiano, di papa Benedetto XVI e del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, ed un ritornello è eseguito in latino, “Resurrexit ex mortuis”. Questo annuncia l’augurio pasquale “Dio è con noi”, di Českonov, espresso da un potente baritono e da un tanto festante quanto solido responsorio corale.
È quindi il turno dei canti popolari. Ne vengono presentati alcuni della tradizione dei soldati, da cui traspare il grande e nostalgico amore per la natura (il campo, il fiume Volga) e la nostalgia dei morti in guerra. Tanta è questa nostalgia che l’autore si spinge a credere che i caduti si siano trasformati in gru ed il canto si pone l’intensa domanda “forse per questo, con tanta nostalgia, noi leviamo gli occhi al cielo?” A conclusione della performance, una versione dell’universale inno mariano “Sub tuum praesidium”, ed altri brani liturgici.
Infine, sollecitato dagli applausi, e sorpreso dal gradimento della musica anche se proposta in un linguaggio musicale inconsueto e poco diffuso in Occidente, il coro concede due bis. La gente del Meeting applaude in piedi. Nulla di ciò che avvicina all’infinito è troppo difficile.

(Ant.C.)
Rimini, 22 agosto 2012

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